* L'indole del cane. Origini, stravaganze, abitudini del Canis familiaris by Stephen Budiansky

* L'indole del cane. Origini, stravaganze, abitudini del Canis familiaris by Stephen Budiansky

autore:Stephen Budiansky [Budiansky, Stephen]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Pets, Dogs, General
ISBN: 9788870789263
Google: _RpvAAAACAAJ
editore: Raffaello Cortina Editore
pubblicato: 2004-04-14T22:00:00+00:00


Il mio cane è più sveglio del tuo

Se cercare di stilare una graduatoria delle specie basata sull’intelligenza si rivela un esercizio piuttosto sospetto, quello di fare una classifica tra le singole razze di una stessa specie lo è ancora di più. È una trappola in cui cadiamo facilmente, se la valutazione delle facoltà intellettive degli animali - e dei cani in particolare - ha come unico parametro la loro destrezza nel fare ciò che noi vogliamo. I cani da lavoro, come i border collie e i retriever, razze come i barboni e i pastori delle Shetland, particolarmente versate nelle prove di obbedienza, perfino i cani bravi a giocare con il frisbee, sono quasi sempre considerati i più intelligenti, nell’opinione comune. I rappresentanti di altre razze, come i basset hound o i sanbernardo - relativamente meno reattivi - vengono di solito visti come un po’ ottusi. Il veterinario Benjamin Hart ha condotto un’ampia indagine statistica tra suoi colleghi e altri esperti di cani, e ha stilato la classifica di un centinaio di razze, basandosi su una vasta gamma di caratteristiche comportamentali, tra cui la facilità nell’apprendimento delle regole domestiche e la prontezza a ubbidire, e ciò che è emerso non è particolarmente sorprendente. I cani considerati intelligenti dalla maggior parte della gente - il pastore delle Shetland, il pastore tedesco, il doberman, il barbone, il labrador - hanno ottenuto i risultati migliori per quanto riguarda l’obbedienza e l’adattamento domestico. I fanalini di coda si sono rivelati i foxhound, i beagle e i levrieri afgani. Seppur meno rigorosa in termini statistici, un’indagine simile - in cui arbitri canadesi e statunitensi valutarono le razze in base al parametro dell’obbedienza - è stata condotta dallo psicologo Stanley Coren, dando più o meno gli stessi risultati. Ma Coren si spingeva ancora più in là, dichiarando che la sua graduatoria rispecchiava le reali disparità intellettive tra le razze.

Nelle gare di obbedienza i cani devono camminare sulle zampe posteriori, sedersi, fermarsi, arrivare quando vengono chiamati; nelle competizioni più difficili devono afferrare un manubrio e saltare degli ostacoli appena sentono un battito di mani. Senza dubbio, sono test che misurano con precisione il grado di addestrabilità, ovvero se riusciamo a ottenere da un cane ciò che vogliamo da lui in base a criteri ben definiti ma altamente opinabili. E siamo davvero sicuri che si tratti di test d’intelligenza? Nel suo libro, “L’intelligenza dei cani”, Coren affina ulteriormente il tiro mettendo a punto test di ogni tipo per ogni “tipo” di intelligenza; la sua idea è che l’intelligenza canina si possa suddividere in tre categorie: istintiva, adattiva, ubbiditiva o lavorativa. All’interno di queste categorie opera un’ulteriore distinzione tra intelligenza “cristallizzata” e “fluida”. Credo che il “test per il Qic, ovvero come misurare il quoziente d’intelligenza dei cani” da lui proposto non sia più arbitrario di quelli per misurare il Qi umano; non che questo voglia dir molto: se il vostro cane arriva appena lo chiamate per nome, ma non arriva se usate lo stesso tono di voce e un’altra



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