12 anni a Guantánamo by Mohamedou Ould Slahi

12 anni a Guantánamo by Mohamedou Ould Slahi

autore:Mohamedou Ould Slahi [Slahi, Mohamedou Ould]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Biography & Autobiography
ISBN: 9788858512722
Google: IzoyBgAAQBAJ
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2015-01-20T22:08:31+00:00


GTMO

Cinque

GTMO

Febbraio 2003 – Agosto 2003

Prima «posta» e prima «prova»… La notte del Terrore… la Difesa prende il controllo… Ventiquattr’ore di interrogatori… Un rapimento dentro l’altro… Festa arabo-americana.

«Le regole sono cambiate. Quello che non era un crimine adesso è considerato un crimine.»

«Ma io non ho commesso nessun crimine, e non importa quanto siano severe le vostre leggi, io non ho fatto niente.»

«E che succede se ti mostro la prova?»

«Impossibile. Ma se me la mostra, collaborerò con voi.»

- - - - - mi mostrò i peggiori individui in - - - -. Ce n’erano quindici, e io ero il numero 1; il numero 2 era - - - - - - - 1.

«Mi sta prendendo in giro» dissi io.

«No, per nulla. Non capisci quanto è grave la tua situazione?»

«Mi avete rapito dalla mia casa e dal mio paese, mi avete mandato in Giordania per torturarmi, e poi dalla Giordania mi avete mandato a Bagram, e dopo tutto questo sono peggio io di quelli che avete catturato con le armi in pugno?»

«Sì, è così. Sei molto intelligente. Per me, tu corrispondi a tutti i criteri che identificano un terrorista di alto livello. Sulla lista di controllo dei segni di identificazione di un terrorista, tu arrivi a un punteggio molto alto.»

Ero molto spaventato, ma cercavo sempre di reprimere la paura. «E che cos’è la sua - - lista?»

«Sei arabo, sei giovane, hai partecipato allo jihad, parli le lingue straniere, sei stato in molti paesi, sei laureato in una disciplina tecnica.»

«E questo sarebbe un crimine?» chiesi.

«Prendi i dirottatori: avevano tutti queste caratteristiche.»

«Non sono qui per difendere nessuno, a parte me stesso. Non me ne parli neanche, degli altri. Ho chiesto del mio crimine, non di quelli di questo o quello. Non me ne importa niente, di loro!»

«Ma tu fai parte di un grande complotto contro gli Stati Uniti.»

«Continua a dirmelo. Allora mi dica che parte avrei avuto, in questo “grande complotto”!»

«Ora te lo dico, ma sabr, sii paziente!»

Le sedute continuarono con argomenti di questo tenore. Poi un giorno quando entrai nella stanza degli interrogatori - - - - - - - - - - - -, vidi un’apparecchiatura video già pronta. A essere sincero, avevo il terrore che mi mostrassero un video in cui commettevo un attentato. Non che avessi fatto mai niente del genere in vita mia. Ma un altro detenuto chiamato - - - - - - - - - - - - - - - - mi aveva detto che i suoi inquisitori avevano falsificato un passaporto americano con la sua foto. «Guarda,» gli avevano detto «adesso abbiamo la prova definitiva che hai falsificato questo passaporto, e che lo stavi usando per attività terroristiche.» - - - - - - - si era fatto quattro risate per la stupidità dei suoi inquisitori. «Avete dimenticato che sono un esperto di computer e che so che il governo degli Stati Uniti non avrebbe difficoltà a falsificare un passaporto al posto mio» disse. Gli inquisitori rimisero via il passaporto, e non ne riparlarono più.

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