1948 by Benny Morris

1948 by Benny Morris

autore:Benny Morris [Benny, Morris]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2012-06-22T22:00:00+00:00


CAPITOLO 5

Il raccolto del 1948 e la nascita del problema dei profughi palestinesi

DURANTE IL CONFLITTO arabo-israeliano del 1947-49, che mise l’una contro l’altra due società in gran parte agricole, divampò un duro scontro sul raccolto, specialmente nel 1948, da maggio a luglio. Uno scontro che fu vinto dalla parte militarmente più forte e meglio organizzata. Nonostante il suo ruolo marginale rispetto ai principali combattimenti del conflitto, e al conflitto stesso, esso fu per molti versi importante per la nascita del problema dei profughi palestinesi, ed ebbe quindi un peso rilevante per le conseguenze politiche della guerra.

Così come per gli aspetti militari e per altri aspetti politici del conflitto tra arabi ed ebrei di Palestina, la guerra del raccolto si diffuse gradualmente. In alcune località, come la valle di Hefer, i vicini insediamenti ebraici e arabi adottarono, almeno all’inizio, una politica di non aggressione e vivi-e-lascia-vivere: ciascuna comunità permetteva all’altra di coltivare i campi e fare la raccolta dei prodotti. Ma in altre località, e, all’inizio, in modo spontaneo, contadini-miliziani sia arabi che ebrei organizzarono azioni di guerriglia di importanza crescente, attaccandosi a vicenda e attaccando i campi dell’altra fazione, per colpirla non solo negli uomini e nei beni ma anche nelle attività produttive. All’inizio della primavera 1948, la paura e la pressione militare israeliana spinsero un numero crescente di arabi dei villaggi ad abbandonare le zone riservate allo Stato ebraico dal piano di partizione ONU del 1947. Gli incendi di campi e gli attacchi ai coltivatori furono tra le più eloquenti motivazioni che spinsero all’esodo. Nel maggio 1948, dopo che la maggior parte degli arabi ebbe lasciato le zone ebraiche, l’yishuv portò a termine la raccolta in gran parte dei campi abbandonati. Durante l’estate, in varie aree, profughi arabi impoveriti e spesso affamati iniziarono un gioco al gatto e al topo con l’IDF, oltrepassando le linee israeliane e cercando di riprendere in qualche misura la coltivazione dei campi. La paura che questi rientri temporanei e di natura esclusivamente economica si trasformassero, se impuniti, nel «ritorno» definitivo dei profughi, portò a ordini drastici alle unità dell’IDF lungo le linee del cessate-il-fuoco, di contrastare gli sconfinamenti, se necessario anche sparando.

Così, la proibizione agli arabi di coltivare i loro campi, e la cura dei loro campi abbandonati da parte dei vicini insediamenti ebraici, diventarono un aspetto della politica israeliana su scala nazionale – che si stabilizzò durante l’estate – mirante a impedire il ritorno dei profughi arabi. L’effettuazione della raccolta nei campi abbandonati dagli arabi da parte degli ebrei degli insediamenti creò in questi ultimi un attaccamento a quei campi, che in seguito irrigidì il loro atteggiamento rispetto al ritorno dei profughi, e contribuì alla nascita di una rumorosa ed emotiva «lobby agricola» contraria al loro rientro in Palestina, allora e in seguito. Gli ebrei continuarono a coltivare i campi abbandonati dagli arabi e a impedire a questi ultimi le attività agricole per tutto il 1948 e il 1949, rafforzando sia il controllo ebraico dei terreni recentemente acquisiti, sia la condizione di profughi degli arabi palestinesi.



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