2020-07-08 13:24:55.833413 by Unknown

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autore:Unknown
Format: epub


BELLEZZA

Un giorno il budda Sākyamuni si accorse che uno dei suoi discepoli, Nanda, aveva perso la testa per una bellissima donna. Era necessario salvarlo da questa illusione, così lo portò con sé in un luogo tra le montagne.

Raggiunsero uno spiazzo dove si era radunato un gruppo di scimmie. Il maestro ne indicò una al giovane.

«Dimmi, tra la donna di cui sei innamorato e questa scimmia femmina, qual è secondo te la più bella?»

Nanda era senza parole.

«Maestro, ma come puoi paragonare la mia amata a una scimmia così orribile?»

Il maestro non si scompose.

«Presto capirai perché ti ho chiesto di fare questo paragone.»

A quel punto Sākyamuni, utilizzando i suoi poteri sovrannaturali, portò il suo discepolo attraverso il tempo e lo spazio, fino al secondo dei sei paradisi del desiderio. In un momento, si trovarono in un palazzo dai soffitti altissimi decorati con gioielli preziosi. Passeggiando in quelle splendide sale, Nanda vide correre un gruppo di ragazze di una bellezza divina. Si inseguivano per gioco tra di loro e sembrava stessero celebrando una festa.

«Maestro, cosa festeggiano?»

Sākyamuni lo invitò a rivolgere direttamente a loro la domanda, e lui lo fece. «Stiamo festeggiando una bellissima notizia,» rispose una di loro con voce brillante e purissima «abbiamo appreso che in questo momento nel mondo degli uomini, tra i discepoli di Sākyamuni, c’è un giovane di nome Nanda. Quando nascerà a una nuova vita, come ricompensa verrà qui e diventerà nostro sposo, quindi lo aspettiamo con gioia.»

A sentire quelle parole, Nanda fu sopraffatto dalla felicità. Sākyamuni gli parlò a bassa voce.

«Dimmi, Nanda, tra queste donne, ce n’è una bella come quella di cui ti sei innamorato?»

«Maestro, ho compreso. Così come la donna che io amavo era superiore in bellezza a quella brutta scimmia nella montagna, così lei è a sua volta superata dalla meno attraente di queste ragazze.»

A quel punto il maestro scosse la testa e afferrò il suo discepolo, precipitando insieme a lui nel profondo degli inferi. Attraversarono insieme saloni spaventosi, dove una moltitudine di uomini e donne venivano tormentati da demoni e mostri che li scorticavano, li trafiggevano e li bollivano vivi dentro colossali pentoloni fumanti.

Nanda, terrorizzato, si trovò improvvisamente in piedi davanti a un enorme calderone di metallo fuso.

«Maestro, perché in questo qui non c’è nessuno?»

«Prova a chiederlo a quel diavolo.»

Il giovane si avvicinò con circospezione a un grosso demone che era sdraiato a terra e sbadigliava pigramente. Gli fece la domanda, e quello si girò su un fianco.

«C’è un uomo di nome Nanda, discepolo di Sākyamuni, che sta per rinascere nel sesto paradiso, dopodiché però rinascerà qui all’inferno, e questo sarà il suo posto. Io sono qui che lo aspetto.»

A sentire queste storie buddiste, vengono in mente quei rotoli di carta appesi nella penombra negli edifici sacri, su cui si distinguono le immagini di personaggi dal volto sereno, figure che galleggiano su panorami distanti ed evanescenti. Oppure le scimmie disegnate di Itō Jakuchū con tratti finissimi di inchiostro e acquerello. Si materializzano i volti di demoni pieni di rabbia, quelli che si parano di fronte al visitatore all’ingresso dei templi, statue dalla vitalità impressionante.



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