3 Gabbia del re by Victoria Aveyard

3 Gabbia del re by Victoria Aveyard

autore:Victoria Aveyard [Aveyard, Victoria]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2017-05-25T22:00:00+00:00


18

Mare

Per una volta, non sono io a dover subire una tortura. Se ne avessi la possibilità, ringrazierei Iris per avermi permesso di restare in disparte ed essere ignorata. C’è Evangeline al mio posto. Tenta di apparire serena, di comportarsi come se la scena intorno a noi non la toccasse minimamente. Gli altri componenti del seguito nuziale continuano a lanciarle occhiate, a sbirciare la ragazza che sarebbe dovuta diventare la loro sovrana. Mi aspetto che da un momento all’altro si attorcigli su se stessa come uno dei serpenti di sua madre e cominci a sibilare a chiunque osi avvicinarsi troppo alla poltrona dorata su cui siede. Dopotutto, queste stanze una volta erano sue.

Il salotto è stato giustamente riarredato per la nuova inquilina. Con quelle tappezzerie di un blu vivace, i fiori freschi a bagno nell’acqua limpida e gli zampilli delicati delle fontanelle, non ci si può sbagliare: qui regna una principessa delle Terre dei Laghi.

Al centro della stanza, Iris è circondata da domestiche, ragazze rosse infinitamente abili nell’arte della bellezza. Le serve poco aiuto. Gli zigomi alti e gli occhi scuri sono già splendidi così, senza trucco. Una domestica le acconcia i capelli neri, intrecciandoli in modo elaborato fino a formare una corona che viene fissata con forcine ornate di perle e zaffiri. Un’altra le spolvera sul viso una cipria scintillante per sottolineare i lineamenti già perfetti e trasformarli in qualcosa di etereo, ultraterreno. Le sue labbra, disegnate con maestria, sono di un viola intenso. L’abito stesso, il cui bianco sfuma in un azzurro acceso e cangiante verso l’orlo, mette in risalto la sua carnagione scura con un bagliore simile a quello del cielo pochi attimi dopo il tramonto. Anche se l’aspetto è l’ultima cosa di cui dovrei preoccuparmi, accanto a lei mi sento come una bambola messa da parte. Sono di nuovo vestita di rosso, una tenuta sobria rispetto al solito broccato con gioielli. Se fossi un po’ più in salute, potrei sembrare bella anch’io. Non che m’importi. Non devo risplendere, non voglio risplendere… e vicino a lei non lo farò di certo.

Evangeline non potrebbe essere più diversa da Iris nemmeno se ci provasse… e senza dubbio ci ha provato. Mentre Iris recita bene la parte della giovane sposina, Evangeline ha assunto volontariamente il ruolo della fidanzata respinta e messa da parte. Il suo abito è fatto di un metallo così iridescente che sembra perla, con piume bianche affilate e intarsi argentati dappertutto. La sue domestiche personali si agitano intorno a lei e apportano gli ultimi ritocchi al suo aspetto. Per tutto il tempo, non fa che fissare Iris; gli occhi neri della magnetron non vacillano mai. Solo quando Larentia si sposta al suo fianco, Evangeline esce da quella specie di trance, soprattutto per scostarsi dalle farfalle verde smeraldo che ornano le gonne della madre. Le loro ali palpitano svogliate, come immerse in una brezza. Un sottile promemoria del fatto che quelli sono esseri viventi, creature che solo l’abilità della Viper può tenere attaccate. Spero non abbia intenzione di sedersi.

Ho già visto dei matrimoni prima d’ora, a Palafitte.



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