420 grammi by Elide Esposito & Peter Durante

420 grammi by Elide Esposito & Peter Durante

autore:Elide Esposito & Peter Durante [Esposito, Elide & Durante, Peter]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


1 giugno, domenica mattina

Alle sette e un quarto decido di svegliare la mamma, io sono lì che mi giro e rigiro da un po’, la mamma a giudicare dalla respirazione dovrebbe essere sveglia. Poldo fumbissimo ha capito tutto e si è trasferito nella nostra stanza, ai piedi del letto, dalle cinque. Mentre accarezzo la testa della mamma, accendo la tv; come al solito a quell’ora opto per il TG5, è quello flash che ogni quarto d’ora si ripete. Rimbalza una brutta notizia: “Morto a trent’anni Lorenzo Odone negli Stati Uniti. Era famoso per l’Olio di Lorenzo.” Sono seguite tutte le note sulla sua vita difficile e su quella malattia sconosciuta, sulla battaglia dei suoi genitori per stimolare la ricerca di un farmaco, sull’invenzione autodidatta di quel farmaco per amore del figlio, su come ciò abbia rallentato la malattia, sul film ispirato a quella storia vera che ha vinto l’Oscar con Susan Sarandon nella parte della mamma coraggiosa, bla, bla, bla… Conoscevamo già la storia, come qualche altro miliardo di persone. La notizia in sé ci ha intristito. Ma la parte peggiore doveva ancora venire: “Il padre ha dichiarato che cremerà Lorenzo e come da desiderio della moglie morta qualche anno fa, mischierà le ceneri dei due”. Elide è scoppiata in un pianto interminabile. L’ho accarezzata e fatta piangere. Sono seguiti tanti pensieri: silenziosi, drammatici, inconfessati. Per fortuna, silenziosi: le ceneri, l’Islanda, Federico.

È passata qualche ora. Sono sul divanetto fuori al balcone, quello montato faticosamente in tre settimane; sto scrivendo il diario, mi vergogno tanto per lo sfogo di ieri. La mamma è di là che riposa, dopo il pianto ha tirato il latte mentre portavo Poldo a spasso. Lui è qui sotto il divanetto ora, gli racconto di ieri. Deve avere notato anche lui che sono alle soglie dell’esaurimento nervoso, è dolcissimo, non si stacca un attimo. Sto male. E tu? Come stai? Cosa starai facendo? Le tue piastrine? Scusa per ieri, Chicco Topo, scusa.

Ecco che compare la mamma, bella come tutte le volte che si prepara per venire da te. La sta aspettando giù zia Sara che la porta in ospedale, a pranzo la raggiunge zia Giusy. Mi chiede di riposare, di scrivere il mio diario e di non raggiungervi se sono stanco. Mi tratta come un deficiente, parla anche piano e si aiuta con i gesti, devo aver dato davvero il peggio di me ieri. Per farmi capire che mi ha perdonato, viene fuori con le mani dietro la schiena e mi sfida a indovinare cosa ha dietro. “Boh?!” “Il pennarello rosso!”.

Capisco subito cosa vuol dire, sono giorni che me lo preannuncia, per classificare il latte che trabocca anche dal secondo congelatore ormai pieno, utilizza un pennarello di colore diverso ogni mese. Giugno uguale rosso! Rosso uguale giugno! Sono queste le cose di cui viviamo ormai: del resto ti stiamo scongelando il colostro giallognolo dei primi giorni e questo per noi è un omaggio alla nostra organizzazione, è una delle poche cose che ci fa sentire genitori. Ogni



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