4321 by Paul Auster

4321 by Paul Auster

autore:Paul Auster [Auster, Paul]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858426968
editore: Einaudi


Doveva mettersi il cuore in pace o sarebbe morto, e siccome Ferguson non si sentiva pronto a morire a quindici anni e mezzo, fece il possibile per mettersi il cuore in pace, buttandosi con generico fervore in un vortice di attività contraddittorie. Quando la crisi dei missili di Cuba iniziò e finí due settimane piú tardi, senza che sganciassero nessuna bomba e dichiarassero nessuna guerra, senza che ci fossero altre guerre in vista oltre l’annosa, sempre presente Guerra Fredda, Ferguson aveva già pubblicato la sua prima recensione cinematografica, fumato la sua prima sigaretta e perso la verginità con una prostituta ventenne in un piccolo bordello dell’Ottantaduesima Ovest. Il mese successivo entrò nella prima squadra di basket della Riverside Academy, ma poiché era uno dei soli tre studenti del secondo anno nella compagine di dieci elementi, stava seduto in panchina e di rado vedeva piú di uno o due minuti di azione a partita.

Pubblicato. Il pezzo non era una recensione ma una rassegna, una disamina dei meriti equivalenti ma opposti di due film su cui Ferguson aveva ragionato negli ultimi mesi. Apparve sul bisettimanale della scuola, il «Riverside Rebel», un giornale di otto pagine penoso, stampato con i piedi, che pubblicava notizie stantie su raduni di atletica interscolastici, articoli su sterili polemiche interne (la qualità sempre piú scadente dei pasti in mensa, la decisione del preside di vietare le radio a transistor nei corridoi durante l’intervallo), poesie, racconti e alle volte disegni, ad opera degli studenti con velleità da poeti, prosatori e pittori. Mr Dunbar, quell’anno suo professore d’inglese, era il consulente didattico del «Rebel» e incoraggiò il cinefilo in erba a scrivere tutti gli articoli che voleva, sostenendo che il giornale aveva un bisogno disperato di nuova linfa e una rubrica fissa di cinema, letteratura, arte, musica e teatro poteva essere un passo nella giusta direzione. Incuriosito e lusingato dalla richiesta di Mr Dunbar, Ferguson mise mano a un pezzo sui 400 colpi e Fino all’ultimo respiro, i suoi due film francesi preferiti dell’estate precedente, e visto che era stato in Francia di persona, gli sembrò naturale inaugurare la sua carriera di critico cinematografico parlando della Nouvelle Vague. A parte il fatto di essere girati in bianco e nero e ambientati nella Parigi contemporanea, sosteneva Ferguson, i due film non avevano niente in comune. Erano due opere radicalmente diverse per tono, sensibilità e tecnica narrativa, cosí diverse che sarebbe stato inutile paragonarle e ancora piú inutile perdere anche un attimo a domandarsi quale fosse la migliore. Su Truffaut scrisse: realismo straziante, tenero ma non sentimentale, profondamente umano, rigorosamente sincero, lirico. Su Godard scrisse: frammentario e dirompente, audace, di una violenza inquietante, crudele e spiritoso, continue citazioni nascoste di film americani, rivoluzionario. No, scrisse Ferguson nell’ultimo capoverso, non poteva preferire un film all’altro perché li amava entrambi, cosí come amava i western con Jimmy Stewart e i musical di Busby Berkeley, le commedie dei fratelli Marx e i film di gangster con James Cagney. Perché scegliere?, chiedeva. A volte vogliamo affondare



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