7 vite by Aka 7even

7 vite by Aka 7even

autore:Aka 7even [Aka, 7even]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2021-10-21T12:00:00+00:00


Al primo provino Rudy e Arisa dissero due secchi no. Non mi aspettavo di ricevere tre giudizi positivi, ma ero arrivato davanti al tavolo dei professori abbastanza ottimista. Credevo nelle mie canzoni, nelle mie capacità artistiche, conoscevo ormai gli altri candidati. Non ho mai pensato di essere il migliore, ma di sicuro ho pensato di poter entrare. Il secondo no, per un attimo, mi fece provare paura. Forse mi ero illuso. Da Rudy me lo aspettavo. Aveva già preso Sangiovanni. Io e Sangio siamo diversissimi, eppure sapevo che saremmo andati a occupare la stessa casella di genere nella squadra di un prof. Arisa però cercava le belle voci, le capacità vocali. Da lei mi aspettavo un sì. Ho pensato di aver buttato gli ultimi cinque anni, di averci creduto troppo in quegli ultimi mesi di provini. Stava davvero finendo il sogno?

Quando Anna Pettinelli disse sì sentii un’emozione fortissima. Avrei voluto piangere ma, da sempre, quando un’emozione mi travolge non lascio trapelare nulla. Sembro sempre molto composto, come se non volessi far capire agli altri come sto davvero.

Sarò sempre grato ad Anna per avermi scelto e per aver creduto in me. È stata capace di vedermi dentro da subito e, in quei mesi, abbiamo instaurato un bellissimo rapporto, perché reale, senza maschere né doppi fini. Mi ha saputo supportare ma anche criticare. Non ha evitato di mettermi alla prova, solo perché ero un suo allievo. Per questo abbiamo discusso tanto, ma questa è la dimostrazione di quanto il nostro rapporto sia stato vero.

«Sei il più forte qui dentro» continuava a dirmi. E lo pensava davvero. «Ma devi sbloccare la testa, Aka. Non puoi pensare sempre negativo. Lascia stare i giudizi, lascia perdere i giudici.» Ha visto ogni mio down, ogni mio up. «Pensa a divertirti.» Me lo ha ripetuto all’infinito, fino al giorno in cui ho capito che aveva ragione lei e, per vivere quell’esperienza al meglio, dovevo darle retta. Io vedevo solo i giudici e i giudizi. «Devi essere strafottente» è stato forse il suo consiglio migliore.

Me lo disse anche Alessandra Amoroso, quando venne in casetta a parlare con noi ragazzi. L’incontro con lei è servito a sbloccarmi del tutto. Parlò a cuore aperto del suo percorso ad “Amici” fatto più di dieci anni prima. Di quanto era stato pesante per lei, pieno di paranoie, con la voglia anche di tornarsene a casa sua e mollare tutto. «Forse non lo sai» mi disse, «ma non mi piacevo. Cercavo di non darlo a vedere, ma ero piena di insicurezze.» Proprio come me. Parlò a tutti noi: «Ragazzi, divertitevi, cercate di godervi questo percorso che rimarrà per sempre un ricordo a cui tornare. Ma soprattutto fregatevene, strafottetevene. Aka, fottitene». Fottitene, me lo scrissi sul polso appena uscì dalla casa. Con il pennarello, lo ripassavo ogni giorno. Mi alzavo, ravvivavo la scritta e la tenevo a portata di sguardo, per poterla rileggere in ogni momento di debolezza, a ogni pensiero negativo in arrivo. Guardavo il polso e mi ripigliavo, fino al giorno in



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