9f599eb401f2be632f0c58ce11d95512 by Unknown

autore:Unknown
Format: epub
pubblicato: 2023-08-11T00:00:00+00:00

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La primavera stentava a imporsi, c’erano giornate in cui il sole restava sbiadito dietro nuvole dense che non si lasciavano oltrepassare da alcun raggio. È certo che non tutti siano meteoropatici e che non tutte le persone si lascino tanto facilmente influenzare dalle condizioni dell’aria e del cielo, tuttavia si può intravedere una certa verità nel fatto che un cielo azzurro e un sole che brilla infondano nell’animo umano almeno la predisposizione a sentirsi più positivi e ben disposti.

Filomena si sentiva un po’ così, influenzabile. Il sole le pareva rendere le giornate meno faticose. Era una sensazione piacevole, che l’aveva sempre accompagnata. Quella mattina si era invece svegliata con un cielo plumbeo e anche la temperatura aveva fatto capricci, durante la notte, scendendo di qualche grado al di sotto della fatidica “media stagionale” e regalando un mattino molto fresco, che invogliava a restare a poltrire sotto le coperte calde, magari al tepore del fuoco del caminetto. Un tempo così in genere non la spronava a fare nulla, ma in altre occasioni l’aveva vista oziare e vagare per casa insofferente. Il giorno precedente, però, si era ripromessa che la mattina sarebbe andata a comprare nuovi filati, anche in vista del disegno che le aveva proposto Ofelia. Così, pur con difficoltà, si era alzata ed era andata in città.

Era via da solo qualche ora, giusto il tempo per andare a Carrara a comprare la lana nei negozi giusti. La ricerca della qualità era per lei un piacere. Le pareva che la natura umana, per secoli intenta a ricercare l’essenza primaria e genuina di ogni cosa, avesse nell’arco di pochi decenni voltato le spalle a tutta questa filosofia, per adeguarsi a uno stile di vita brutalmente commerciale a scapito della qualità, finendo con l’abituare le persone a vivere in modo più superficiale ogni ambito della propria esistenza. Per questo motivo, negli ultimi anni si era sempre più formalizzata, in Filomena, la sensazione di volersi “disintossicare” da tutta una serie di cose che le ruotavano intorno.

Era partita dal cibo, prediligendo gusti semplici, verdura e frutta che lei stessa si era prodigata a piantare nel suo piccolo orto. Ma non le era stato sufficiente modificare le abitudini alimentari. La “disintossicazione” si era estesa anche a modi di pensare, di vivere, di affrontare in senso generale le situazioni che la vita le imponeva e di conseguenza anche a valutare con attenzione gli oggetti che acquistava. Si potrebbe dire che nel corso del tempo Filomena avesse allontanato tutto ciò che aveva per lei il gusto dell’artificiosità, inclusi comportamenti altrui che mostravano l’apparenza a scapito di un qualsivoglia contenuto. Facile dunque comprendere che proprio in quella che era la sua passione lei riversava questo suo pensiero, con la conseguente ricerca, molto capillare, della perfetta coesistenza fra forma e sostanza.

Nel negozio a Carrara, Filomena si vide sommergere dai filati di mohair, di lana merino di alpaca. Toccava con le mani, osservava con attenzione i filati che dalla matassa sfuggivano per andare ad adagiarsi sul palmo. Una scelta condotta con

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