Austerlitz by Luigi Mascilli Migliorini

autore:Luigi Mascilli Migliorini [Migliorini, Luigi Mascilli]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Pelago
pubblicato: 2024-01-11T23:00:00+00:00

La Guardia imperiale russa cattura uno stendardo della Grande Armée francese nella battaglia di Austerlitz.

Erano quasi le 07.00 quando furono impartite le ultime istruzioni per questi cambiamenti. Napoleone ha già fatto una rapida colazione, ancora più frugale di quella che il suo valletto Constant è solito portargli. Congeda chi gli sta vicino con un altrettanto sbrigativo, e speranzoso, «E adesso, signori, andiamo a fare grandi cose» e si prepara, dalla collina dello Zurlan, ad assistere allo svolgimento della commedia (o del dramma) di cui egli ha scritto il copione. Ai suoi soldati, la sera prima, lo ha spiegato con parole che rivelano l’ormai perfetta fiducia reciproca che corre tra l’imperatore e gli uomini che combattono per lui: «Dirigerò io stesso», assicura nell’ordine del giorno che viene fatto circolare nella truppa, «tutti i battaglioni; mi terrò lontano dal fuoco se, col vostro solito valore, porterete il disordine e la confusione nelle file nemiche; ma se la vittoria fosse un solo momento incerta, vedreste il vostro imperatore esporsi ai primi colpi, perché in questo giorno si decide dell’onore della fanteria francese, che tanto importa all’onore di tutta la nazione». Parole che solo un autentico militare, un vero uomo d’armi, può pronunciare ed essere creduto. Nessuno, come scriverà poi uno di quei soldati, potrebbe rimproverare al “piccolo caporale”, all’uomo di Lodi, di Arcole e di Marengo di essere «uno di quei sovrani ai quali storici adulatori attribuiscono vittorie in battaglie alle quali essi assistevano a oltre dieci miglia di distanza».

«Una battaglia è vinta dalla parte che è assolutamente determinata a vincere. Perché abbiamo perso la battaglia di Austerlitz? Le nostre perdite furono più o meno le stesse di quelle dei francesi, ma all’inizio della giornata ci eravamo detti che la battaglia era persa, quindi era persa».

Lev Tolstoj

Guerra e Pace

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