Bly by Melania Soriani

Bly by Melania Soriani

autore:Melania Soriani [Soriani, Melania]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2021-12-03T12:00:00+00:00


CITTÀ DEL MESSICO

Una ragazza americana libera

1

Benvenuti in Messico

Io e la mamma partimmo in una rigida sera di gennaio, lasciandoci alle spalle campagne spruzzate di neve e cieli plumbei. Il tragitto in treno per El Paso era alquanto lungo, e Wilson mi aveva aiutato a prenotare una cuccetta di prima classe.

La mattina del terzo giorno ci svegliammo immerse in un’inaspettata primavera.

Accanto ai finestrini scorrevano campi di spighe mature e alberi da frutto e un vento caldo portava fino a noi le dolci fragranze dei fiori. L’aria era così mite che trascorremmo il resto del viaggio sul terrazzino in fondo alla carrozza, per godere dei raggi di quel sole inaspettato. Incantate dal paesaggio, ci ritrovammo a osservare le ampie distese di cotone che, come nuvole, ricoprivano per intero la prateria. Di tanto in tanto quel soffice candore era interrotto dalle corse sfrenate dei cavalli e dalle grida dei mitici cowboys.

Non posso nascondere il brivido di eccitazione che provai nel vederli. Invidiai quella loro vita avventurosa, libera e selvaggia, priva delle pesanti convenzioni del mondo a cui appartenevo.

Mia madre li avvistò per prima: «Guarda, Elizabeth!» gridò entusiasta.

Due di loro, che portavano gilet di pelle sfrangiati e larghi sombreri, affiancarono il convoglio. I cavalli erano lanciati al galoppo, le criniere al vento.

Presi il foulard e mi sporsi per salutarli, e loro per tutta risposta afferrarono il sombrero agitandolo nella nostra direzione, mentre continuavano a spronare i due purosangue per non perdere terreno.

Il treno, come se avesse raccolto quella sfida, lanciò un lungo fischio e accelerò sbuffando nuvole di vapore, finché i due cowboys non svanirono nella polvere. Mi sentii felice: ridevo di cuore con il vento che mi sferzava il volto.

Giungemmo a El Paso in piena notte.

Il controllore quasi ci buttò giù dal vagone. «La stazione è più avanti, seguite il binario.» Il tempo di scendere e il treno era già ripartito lasciandoci sole con le nostre valigie, immerse nell’oscurità.

A un tratto la mamma m’indicò terrorizzata il bagliore d’un fiammifero comparso a rischiarare la notte. Un’ombra avanti a noi s’era fermata per accendersi un sigaro. Il balenio del fuoco illuminò il volto di un uomo distorcendone i lineamenti in una maschera grottesca. Folte sopracciglia nere, occhi bovini e baffi cespugliosi.

«Buenas noches señorita, puedo ayudarla?» Al contrario dell’aspet-to, la voce con cui lo sconosciuto ci salutò non pareva affatto minacciosa.

«Buonasera, siamo americane» esordii, come se il solo dirlo potesse renderci più forti. «Non capisco la sua lingua, señor...»

La mamma intanto mi strattonava indietro, spaventata.

«Americane? Americane del Texas? Conosco bene il Texas... Ha i migliori bufali in circolazione, sapete? Sono l’unico a cui è permesso importarli qui... Mi chiamo Ramon Gonzales, señorita. Posso aiutarvi?»

«Noi veniamo da Pittsburgh, in Pennsylvania e siamo dirette a Città del Messico» dissi rincuorata da quel tono cordiale. «Sono Miss Elizabeth Cochrane e questa è mia madre, Mrs. Mary Jane Cochrane.»

La mamma, ancora nascosta dietro di me, sembrò rianimarsi.

«Potreste indicarci la strada per la stazione, per favore?» continuai. «Volevamo aspettare nella sala d’attesa.»

«In stazione, Miss? A quest’ora della notte due eleganti mujeres



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