Bride by Ali Hazelwood

autore:Ali Hazelwood [Hazelwood, Ali]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fantasy & Magic
ISBN: 9788892745551
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2024-01-22T12:00:00+00:00

16

L’ha immaginata mentre si faceva il bagno. Ha avuto pensieri sporchi e indicibili. È troppo stanco per tenerli a bada.

IL giorno seguente, Lowe sparisce per occuparsi dei suoi affari da Lupo. Mi sveglio nel tardo pomeriggio con solo il vago ricordo di essermi ritirata dentro la cabina armadio, e trovo un bigliettino infilato sotto le ante. È un pezzo di carta bianco, ripiegato in quattro.

Vado a correre, c’è scritto.

E poi, a capo: Fai la brava.

Seguito da: L.J. Moreland.

Sbuffo. Per ragioni poco chiare, invece di gettare il pezzo di carta nel cestino, lo ripongo nella tasca esterna della valigia.

Riempio la vasca da bagno e mi immergo nell’acqua tiepida. Conservare i ricordi è una cosa stupida, ma lo faccio in buona fede: lo faceva anche Serena con le carte delle barrette di cioccolato d’importazione. Un’abitudine da maniaca, a mio modesto parere, soprattutto perché poi le appendeva al muro: metodo infallibile per individuare futuri serial killer, insieme alla piromania e al vizio di torturare piccoli animali. «Quando guardo le confezioni, mi ricordo il sapore», mi ha detto a tredici anni, una volta che ho provato a gettargliele via. Da lì la seguente concatenazione di eventi: ho alzato gli occhi al cielo, non ci siamo rivolte la parola per due giorni, per punirla in modo passivo-aggressivo ho cominciato a spargere sacche di sangue usate per casa, sono arrivate le mosche, c’è stata una resa dei conti esplosiva in cui Serena, indecisa se chiamarmi «stronza» o «sanguisuga», ha gridato «stranguisuga», siamo morte dalle risate e ci siamo ricordate di quanto ci adoravamo.

«Misery?» La voce di Lowe mi riporta al presente. Sto guardando fuori dalla finestra con aria assente, un vago sorriso sulle labbra. «Dove sei?»

«In bagno!»

«Sei vestita?»

Abbasso lo sguardo e posiziono la schiuma nei punti strategici. «Sì.» Un attimo dopo la porta si apre.

Io e Lowe ci guardiamo da un lato all’altro della stanza – lui sbatte le palpebre, io lo fisso – con espressioni simili, perplesse. Si schiarisce la gola una, due volte. Poi si ricorda di avere la possibilità di distogliere lo sguardo. «Hai detto che eri vestita.»

«Sono coperta di schiuma. E tu, invece?»

Aggrotta le sopracciglia. «Io ho i jeans.»

Più un salutare strato di sudore, e nient’altro. Le tende, per quanto tirate, sono trasparenti. La luce che filtra da fuori è calda, tinge d’oro la pelle di Lowe, le spalle larghe, il petto ampio e muscoloso. È ancora arrossato dall’aria aperta, dalla natura, e sembra scoppiare di salute, nonostante le cicatrici più numerose di quelle che ci si aspetterebbe in un uomo della sua età: linee sottili e vortici nodosi. Sì, mi piace guardare mio marito che appartiene a una specie diversa dalla mia ed è destinato a essere il compagno di un’altra. Trascinatemi in tribunale. Pignorate i miei beni inesistenti.

«Sorvolerò sulla tua nudità se tu sorvolerai sulla mia», propongo.

Lowe alza la mano e si strofina la nuca. «Mi sono tolto la maglietta prima di mutare, ma poi l’ho persa. Ne prendo una pulita.»

«Guarda che non importa. E poi sei tutto sudato, che schifo.

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