Cento Sicilie by Bufalino Gesualdo & Zago Nunzio & Nunzio Zago

Cento Sicilie by Bufalino Gesualdo & Zago Nunzio & Nunzio Zago

autore:Bufalino Gesualdo & Zago Nunzio & Nunzio Zago [Gesualdo, Bufalino & Nunzio, Zago & Zago, Nunzio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2008-02-14T23:00:00+00:00


Per quanto il patto coniugale in Sicilia sia solido per inveterata tradizione, succede che talvolta s’incrini, perfino con sbocchi di tragica specie. Un esempio si ritrova in un antico poemetto dalle molte varianti, La barunissa di Carini, dove si narra la storia di Laura La Grua, castellana di Carini, uccisa insieme all’amante Ludovico Vernagallo dal padre Pietro, nel 1563. Leggiamone l’inizio e gustiamone il sapore di appassionato melodramma popolare.

La barunissa di Carini

Chianci Palermu e chianci Siragusa,

chianci a la barunissa di Carini,

ca la nova fu mala angustiusa:

so patri stissu cci spaccau li vini.

La amara barunissa di Carini

era affacciata a lu so finistruni,

si pigghiava li spassi e li piaciri,

l’occhi a lu celu e la menti a l’amuri.

Lu scantu chi cci vinni e lu tirruri

quannu a so patri si vitti viniri!

Sulu chi cci dissi: “Patri e signuri,

cu sta cavallaria chi viniti a fari?”.

“A cursa vinni, figghia e signura,

a cursa vinni ca t’aju a ‘mmazzari!”.

E comu cci dici sti palori amari,

tira la spata e càssacci lu cori.

Curriti tutti, aggenti di Carini,

curriti, ca è morta la vostra signura;

curriti tutti, monaci e parrini,

purtativìlla a la sepurtura;

so patri stissu cci spaccau li vini

pri la curpanza di li traditura!

***

Piange Palermo e piange Siracusa,

piangono la baronessa di Carini,

poiché veramente la notizia fu brutta, angosciosa:

il suo stesso genitore le spaccò le vene.

La povera baronessa di Carini

era affacciata alla grande finestra

e gioiva d’ogni piacere,

con gli occhi al cielo e il pensiero all’amore.

Che paura l’assalì, che terrore,

quando vide giungere il padre!

Gli disse solamente: “Padre e signore,

che venite a fare con tanti cavalli di scorta?”.

“Sono venuto di corsa, figlia e signora.

Di corsa son venuto per ammazzarti”.

E pronunziando queste parole amare,

trae la spada e le ruppe il cuore.

Correte tutti, gente di Carini.

Correte, è morta la vostra signora.

Correte tutti, monaci e preti.

Portatevela in sepoltura.

Il suo stesso padre le spaccò le vene,

per colpa di chi la tradì.

da A. Rigoli, La baronessa di Carini. Tradizione e poesia,

Palermo, Flaccovio, 1975



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