Conti Guido - 2012 - Il grande fiume Po by Conti Guido

Conti Guido - 2012 - Il grande fiume Po by Conti Guido

autore:Conti Guido [Conti Guido]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788804616108
Google: gcyA9ayeitAC
Amazon: 8804616105
editore: MONDADORI
pubblicato: 2012-02-14T23:00:00+00:00


La forza del destino

I prati si allargano e il cielo è bianco. Le cicale stridono in mezzo alle foglie. In fondo, nascosto tra il verde dei pioppi, appare il santuario di Madonna Prati.

Su questa strada correva avanti e indietro il piccolo Giuseppe Verdi. Andava a Madonna Prati, da don Carlo Costa, che decise di insegnare musica a quel bambino che sembrava avere orecchio e talento.

Sulla spinetta che oggi si conserva a Milano presso la Casa di riposo per Musicisti, voluta dallo stesso Verdi nel 1899, il piccolo Giuseppe imparò a suonare le prime note.

Uno degli aneddoti più straordinari che si raccontano della vita del grande musicista di Roncole di Busseto è quello che capitò proprio nel santuario di Madonna Prati, quando il piccolo Giuseppe s’incantò al suono della musica e si dimenticò di servire messa. Il prete, spazientito, gli fece un rimprovero piuttosto severo, pare con tanto di sberla, al che il piccolo Giuseppe lo maledisse durante la funzione: «Cat vègna na sajèta!», “Che ti venga un fulmine!”.

E il fulmine si abbatté davvero sulla chiesa, e proprio nel giorno della sagra che si tiene a Madonna Prati.

Il 14 settembre 1828 era un giorno molto caldo e afoso per essere fine estate. L’aria turbolenta aveva oscurato il cielo fin dalle tre del pomeriggio, prima dei Vesperi, e il vento aveva alzato le foglie e la polvere dalla strada.

Mentre tutto il paese si era raccolto dentro al santuario a pregare, fuori, nei campi, sembrava che il diavolo preparasse la sua vendetta contro quella piccola comunità. Le nubi da bianche erano diventate nere, il cielo si era colorato d’inchiostro. Il vento faceva sbattere gli scuri, volare le galline e pelava le chiome dei pioppi strappando le foglie con le unghie.

Il piccolo Giuseppe, che doveva arrivare in chiesa, si fermò alla “Cascina”, proprio in una delle case che ora fiancheggio con la macchina.

Il cielo era tanto buio che nessuno aveva mai visto qualcosa del genere. “Il diavolo in carrozza, il diavolo in carrozza!” urlavano le madri allo scoppio dei tuoni, per spaventare i bambini e farli correre in casa.

Giuseppe si era rifugiato in casa e guardava il temporale che si abbatteva sui campi, come mai aveva visto in quei suoi quindici anni. Si era rammaricato di non essere partito prima e di essere chiuso in quella casa ad aspettare che il cielo sfogasse tutta la sua rabbia. Buio, vento, pioggia, grandine e poi un fulmine immenso, una luce abbagliante che illuminò il santuario come se la mano di Dio si fosse alzata sulla pianura per vendetta e avesse mostrato il suo volto, pronto per il giudizio finale. Il tuono fece tremare i vetri, i muri e la terra tutti insieme. Poi fu come se si aprissero le porte dell’inferno e la pioggia e il vento non avessero più freni. Tutti chiusero porte e finestre, e nella penombra di quel pomeriggio d’estate la violenza della natura portò a compimento il destino degli uomini.

Quando il temporale si spostò verso l’altra sponda del fiume e il sole ritornò a splendere faticosamente sui campi, gli alberi iniziarono a sgocciolare tranquilli.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.