Contro l'onda che sale by Francesco Borgonovo

Contro l'onda che sale by Francesco Borgonovo

autore:Francesco Borgonovo
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2020-01-14T12:00:00+00:00


Fake news

Il primo dei dieci comandamenti delle sardine è piuttosto chiaro. Recita: «I numeri valgono più della propaganda e delle fake news, per questo dobbiamo essere in tanti e far sapere alle persone che la pensano come noi che esiste questo gruppo». Come abbiamo visto, però, il genere fake news è molto praticato pure dai pesciolini e da alcuni dei loro sostenitori. Il fatto è che quando una fake news proviene da sinistra, a nessuno interessa smentirla e combatterla. La si può tranquillamente ignorare, anzi si continua a sostenerla in modo che possa meglio svolgere la sua funzione politica. L’esempio perfetto è il caso Segre. Una vicenda che tocca le sardine e che dice molto di loro, ma che racconta tanto della sinistra italiana in generale. Si può dire che i nostri pesciolini e la vicenda che ha visto come protagonista Liliana Segre scaturiscano dalle stesse acque, entrambi sono frutto della campagna di odio di cui abbiamo parlato finora.

Il punto è che i progressisti italiani hanno la straordinaria capacità di far passare come fondamentali (e trasversali) battaglie di libertà misure che in realtà sono liberticide e ideologiche. Il caso Segre è nato da un articolo di «Repubblica» firmato da Piero Colaprico e uscito il 26 ottobre 2019. Di lì a poco sarebbero nate le sardine: l’ossessione per l’odio sovranista stava montando.

Nell’articolo si spiegava che la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di concentramento, riceve ogni giorno circa 200 insulti tramite il web. Illustri editorialisti – tra cui Gad Lerner e Vladimiro Zagrebelsky – hanno subito invocato l’intervento delle istituzioni per fermare gli odiatori antisemiti. Sull’argomento si è pronunciato perfino il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il quale ha proposto di introdurre norme di contrasto a intolleranza, razzismo e al cosiddetto hate speech.

Subito a ruota, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha garantito «il massimo sforzo del Viminale per contrastare il linguaggio di odio e di intolleranza troppo diffuso in Rete». La Lamorgese ha incontrato Liliana Segre, e le ha illustrato i suoi piani anti odio, che secondo «Repubblica» prevedevano «un inasprimento delle sanzioni ma soprattutto la possibilità di fare istanza al gestore del sito internet di oscuramento, blocco o revoca dei contatti diffusi sulla Rete».

Non è finita. In Parlamento si è discussa la proposta di legge sull’istituzione di una commissione parlamentare straordinaria «per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza». La prima firmataria di tale proposta è stata ovviamente Liliana Segre, con il contributo di numerose altre personalità della sinistra tra cui Emma Bonino, Laura Boldrini, Monica Cirinnà, ecc. Sulla carta, si trattava di una proposta sacrosanta: tutti vogliono che odio e antisemitismo siano combattuti. Il punto, tuttavia, è che con la scusa dell’orrendo antisemitismo si sono andate a toccare anche altre questioni sensibili.

La commissione straordinaria che la legge ha istituito, dicevamo, non riguarda il solo antisemitismo. Anzi, il suo scopo è quello di monitorare e sanzionare «fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone



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