Deadline by Chris Ewan

autore:Chris Ewan [Ewan, Chris]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2014-10-15T22:00:00+00:00

29

Trent entrò nello studio di Moreau seguito da Philippe. Accanto alla scrivania c’erano Stephanie e Alain che fissavano il telefono in silenzio. Stephanie si mangiucchiava l’unghia del pollice. Alain le teneva una mano sulla spalla come a volerla consolare.

«Che carini» bisbigliò Philippe all’orecchio di Trent.

«Quando hanno chiamato?» fece il negoziatore.

«Non più di dieci minuti fa» rispose Alain.

Trent si avvicinò alla scrivania e sganciò le cuffie dall’apparecchio di registrazione. Poi premette un tasto e, incrociando le braccia al petto, si mise in ascolto.

Si udì un fruscio seguito dal rumore sordo della cornetta sganciata. Dopo una breve pausa, il brontolio animalesco di Xavier si diffuse mulinando nella sala per poi risuonare contro le pareti.

«I soldi sono pronti?» La voce di Xavier pronunciò quelle parole con acredine.

«N... no...» balbettò Stephanie.

«Tirate fuori i soldi o lo ammazzeremo! Cinque milioni di euro. Sappiamo bene che ce li avete!»

«No! Non posso procurarmeli! I conti sono tutti a nome di Jérôme.»

«Non mentire! Sappiamo dell’assicurazione. Se continuerai a ingannarmi, aumenteremo la cifra!»

Trent si sentì osservato da Alain, come se l’energumeno stesse studiando attentamente la sua reazione. Cercò allora di rimanere impassibile, concentrandosi sul crepitio dell’altoparlante. Se è intelligente, pensò, capirà subito che l’allusione alla polizza non significa niente. Può essere stato Jérôme a parlargliene.

Allo stesso tempo però si era creato un problema. Se veramente Jérôme aveva riferito ai rapitori l’ammontare della copertura assicurativa, quelli non sarebbero mai scesi sotto quella cifra. E l’intera questione si sarebbe incentrata sul prezzo supplementare da sborsare.

A un certo punto si udì solo il fruscio della registrazione. Una lunga pausa. Era chiaro che Stephanie era rimasta sconcertata dalla rivelazione di Xavier.

«Sappiamo anche del vostro negoziatore» fece quest’ultimo, giocando la sua carta vincente. La sua voce era simile al ronzio di una motosega. «Digli che voglio parlargli.»

«Non è qui in questo momento!» sbottò Stephanie.

Che errore! Xavier poteva aver bluffato a proposito dell’esistenza di un negoziatore, come anche riguardo alla polizza assicurativa. Ora però ne aveva la piena conferma.

«Mi faccia parlare con Jérôme» fece Stephanie, ricomponendosi. «Vogliamo sapere se è ancora vivo. Ci servono le prove.»

Molto meglio, aveva ripreso a seguire il promemoria. Trent scommise che c’era lo zampino di Alain. Doveva aver richiamato l’attenzione della donna sul foglio.

«Dateci i cinque milioni, e tornerete a parlare con lui quando lo rilasceremo.»

«Non ce li ho!»

«Non mentire, ho detto! Fammi parlare col negoziatore.»

«Posso pagarvi ma non tutti quei soldi. Per favore! Siamo disposti a collaborare, ma dobbiamo avere la certezza che sia vivo. Gli faccia questa domanda: ‘Dove mi ha portato il giorno del nostro secondo appuntamento?’»

«No. Un’altra domanda.»

La prontezza di quella risposta non meravigliò Trent. Xavier probabilmente temeva che quella domanda potesse rivelarsi una trappola. Evidentemente era convinto che Jérôme avesse escogitato delle risposte precise per trasmettere ai familiari informazioni preziose riguardo al suo stato.

Stephanie però fu spiazzata da quella risposta. Esitando a proseguire, bisbigliò qualcosa lontano dalla cornetta, molto probabilmente ad Alain.

«Okay!» fece poi, confusa. «Gli chieda allora qual è il mio piatto preferito.»

«No. Un’altra domanda.»

Stephanie gemette, impotente. Passarono diversi secondi prima di ricomporsi.

«Ci sto pensando» fece.

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