Diritto e religione by Pierluigi Consorti

autore:Pierluigi Consorti [Consorti, Pierluigi]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Manuali Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2020-06-15T00:00:00+00:00

2. Differenza fra matrimoni e famiglie

L’assenza di una definizione legale di matrimonio è stata nel passato colmata attraverso riferimenti culturali abbastanza condivisi, frutto di una maggiore omogeneità sociale che nella sostanza condivideva l’idea della famiglia quale «società naturale fondata sul matrimonio». Oggi, però, siamo consapevoli che la natura non presenta un unico modello matrimoniale: a quello monogamico si aggiungono strutture poliginiche – comuni a molte culture orientali e africane, oltre che istituzionalizzate nella religione musulmana – e anche poliandriche, sicché parlare di famiglia naturale fondata su un modello unico di matrimonio resta una convenzione culturalmente determinata. Peraltro, sono stati – e sono tuttora – presenti diversi modelli familiari, che a loro volta sono cambiati nel corso del tempo e in relazione alle diverse zone della Terra.

Nemmeno l’idea di famiglia è univoca20. Oggi si parla di famiglia «di fatto», «ricomposta», «allargata». La pluralità di riferimenti produce aggettivi che esemplificano ulteriori complessità: «si pensi alle “convivenze familiari”, alle “unioni familiari”, alle “comunità di tipo familiare” (definite dalla legge 28 marzo 2001, n. 149, come quelle comunità “caratterizzate da rapporti interpersonali analoghi a quelli di una famiglia”)»21. In altre parole, la famiglia costituisce un parametro ideale di riferimento a rapporti comunitari stabili, stretti e solidali, cementati da una dimensione affettiva, che però non nasce necessariamente dal vincolo matrimoniale22.

Del resto, se è stato possibile modificare il dato dell’indissolubilità del matrimonio, in principio ritenuto intoccabile, e quindi attaccare profondamente quello dell’unicità del modello matrimoniale eterosessuale attraverso l’introduzione delle unioni civili (che non si chiamano matrimonio solo per un pudore costituzionale: ci tornerò fra poco), mi sembra che il richiamo alla «famiglia come società naturale fondata sul matrimonio» appaia ormai storicamente determinato dalle ragioni di politica costituzionale già richiamate.

Che la famiglia non sia più fondata sul matrimonio costituisce un dato di fatto sociologicamente incontrovertibile23, registrato persino nelle fiction televisive, che presentano ipotesi tanto fantasiose quanto realistiche di convivenze plurali, fatte di famiglie formate da persone che non convivono regolarmente e famiglie composte da persone che decidono di vivere insieme senza sposarsi. Famiglie composte da «separati in casa» o da coppie non sposate che convivono con figli nati da genitori diversi, e così via. Una realtà plurale assolutamente compatibile con la struttura costituzionale che protegge sia le famiglie fondate sul matrimonio, che sono formazioni sociali, sia le altre formazioni sociali di stampo familiare e fondate su patti di diverso tipo, che sono in ogni caso ritenuti luoghi idonei allo svolgimento della propria personalità.

Dobbiamo quindi convincerci che se l’art. 29 Cost. propone un nesso fra matrimonio e famiglia, quest’ultima è considerata degna di protezione anche quando non nasce da un matrimonio. In questo senso vanno anche le più recenti novelle legislative in tema di filiazione, che hanno definitivamente superato le distinzioni tra figli naturali e figli legittimi e sostituito la «potestà» con la «responsabilità» genitoriale, e che, innovando in materia di affidamento e adozione, hanno voluto preservare la continuità degli affetti fra genitori e figli adottivi (legge 19 ottobre 2015, n. 173)24.

Questa realtà sociale e giuridica è subita

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