Dove si scrive, come si scrive by Carlotta Sanzogni & Pietro Baroni

Dove si scrive, come si scrive by Carlotta Sanzogni & Pietro Baroni

autore:Carlotta Sanzogni & Pietro Baroni [Sanzogni, Carlotta & Baroni, Pietro]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2023-10-25T12:00:00+00:00


Tommaso Melilli

***

Come molti, ho capito e stabilito che avrei voluto scrivere e raccontare delle storie sulle pagine quando mi sono innamorato per la prima volta, da adolescente. Nel decennio scarso che è seguito a quella decisione perentoria non ho scritto praticamente nulla. Fra i venti e i venticinque anni ho cominciato a lavorare in cucina, principalmente perché avevo bisogno di soldi. Appena sono entrato ho cominciato a scrivere, e a raccontare quella roba lì. Sono passati altri dieci anni, e mi sembra chiaro che, prima, non scrivevo perché non avevo nulla da dire, e esplorando uno spazio avventuroso e per molti misterioso come quello delle cucine professionali ho trovato, in un certo senso, un pretesto per dire e raccontare alcune cose che non tutti conoscono e che risultano talvolta anche un po’ avventurose.

Ho continuato così per un po’ di anni, imparando a scrivere mentre imparavo a cucinare davvero, o viceversa – chissà. Finché, per tutta una serie di ragioni che non è il caso di riassumere qui, ho smesso di stare in cucina tutti i giorni, e mi sono ritrovato a fare lo scrittore a tempo pieno. È stato un tempo della mia vita molto rilassante, durante il quale ho trovato molti nuovi amici profondi, ho avuto una fidanzata stabile, sono andato a trovare i miei genitori abbastanza spesso e – in generale – sono più o meno riuscito ad ascoltare le persone.

È stato anche un periodo, due o tre anni, in cui non ho scritto praticamente nulla, e questa incresciosa circostanza – aggiunta ad altre intemperie della vita – ha lentamente sgretolato tutte le provvisorie certezze che mi ero faticosamente costruito negli anni precedenti.

A differenza degli anni successivi all’adolescenza, durante i quali dicevo a me stesso di voler scrivere ma in realtà non avevo nulla da dire e non ci provavo neanche, negli ultimi anni ci ho provato praticamente ogni giorno, con risultati lamentabili che oscillavano fra il farsene serenamente una ragione andando a guardare un telefilm e le crisi di panico.

Naturalmente, molte responsabilità del mio non scrivere ricadevano, nella mia testa, sui luoghi dove provavo a farlo. Nelle biblioteche e all’interno dei bar non mi è mai riuscito, perché ritengo che scrivere, come avere il raffreddore, sia già abbastanza fastidioso, e quindi come minimo si deve avere il diritto di fumare.

Nei dehors dei bar – dove in genere si può fumare – non va bene lo stesso, perché ci si fa rubare il pc e in generale perché non mi sento abbastanza protetto dall’aleatorio e imprevedibile scorrere delle persone sconosciute sui marciapiedi. Resta la casa, e le irrimediabili responsabilità dei più minuti dettagli di arredamento d’interni: la casa troppo piccola, la casa successiva, troppo grande; la scrivania, spostata a tradimento dalla madre della mia compagna un giorno che non c’ero, e mai ricollocata in un luogo di mio gradimento, ma lasciata lì e condannata a rimanere un trauma e un prezioso argomento di recriminazione nei litigi. Non potendo lavorare in camera per colpa della scrivania al posto sbagliato



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