Febbre di carnevale by Yuliana Ortiz Ruano

Febbre di carnevale by Yuliana Ortiz Ruano

autore:Yuliana Ortiz Ruano [Ruano, Yuliana Ortiz]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SUR
pubblicato: 2023-10-18T15:23:19+00:00


10. La barchetta del Riviel3

Un’isola in mezzo al salone della casa della mia mami Nela, come le finestrelle tonde delle navi da cui sbucano le teste, o i compartimenti stretti sulle chiatte, la mia stanza è così: una tana, un locale ricavato dentro il salone, diviso da un legno sottile che sembra di carta e mi fa sentire tutto quello che succede fuori o nella camera della mia mami Checho e del mio papi Manuel, anche se quando sento cose che mi danno noia mi metto a cantare a squarciagola o prendo il mangiacassette e faccio partire una canzone dietro l’altra, ci canto sopra per non sapere che cosa mi succede intorno.

Per me a volte è importante non sapere che cosa succede fuori, come quando le zanzare svolazzano e tu le schiacci o le fai andar via col palo santo, le voci della gente che entra e m’interrompe sono così, svolazzano sulla mia testa inopportune, ma sono facili da spegnere.

C’è una finestra da cui vedo i miei alberi di guaiava, mango e cirimoia; il cielo diventa così azzurro o così bianco che mi sembra di navigare su una lancia da pesca verso la Tolita de los Ruano. Sono un pescatore che all’alba si ritrova sulla lancia una cascata di lucci, o sono il Riviel che dalla sua barchetta spaventa le persone che ballano tra le mangrovie.

Nella mia stanza ho un comò rosa e giallo paperella, con otto cassetti. Nel primo tengo le mutande bianche e le canottiere bianche per la scuola, nel secondo le mutande di topolino, di gozzilla e di un mucchio di animaletti irriconoscibili che mi sorridono beffardi, con parole strane come f-a-b-u-l-u-s, con la polverina dorata e i brillantini luccicanti, che mi piacciono tanto ma il mio papi Manuel dice che sono scritte male.

Nel terzo cassetto ci sono i vestiti e i pantaloncini per giocare in giardino, per rotolarmi senza paura di rovinarli; nel quarto cassetto le maglie dei rugrats, che ho visto una volta in televisione, ma il mio papi Manuel mi ha spiegato che la televisione mi aliena, e io ho immaginato che sul naso eredità del mio papi Chelo mi cresceva una luna piena, e mi è venuta la tremarella e l’ho spenta per sempre.

Nel quinto cassetto ci sono le gonne e i vestiti di tutti i giorni, che sono quelli che non mi posso mettere per giocare in giardino, ma sì per stare in salone o sul marciapiede o andare al parco giochi con le tate; nel sesto cassetto ci sono i costumi a due pezzi, quelli interi arcobaleno, quelli sportivi per fare nuoto, ma anche quelli con una mutandina striminzita che la mia mami Checho non mi lascia mettere senza sopra un pareo, e le magliettine coi fiori colorati e plastificati per nuotare in spiaggia, in piscina e nel fiume.

Nel settimo cassetto, i vestiti della festa, quelli che mi mettono per andare ai battesimi, ai compleanni o alle veglie e ai funerali, o per andare a messa la domenica, quando il mio



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