Figlia sposa madre by Giampiero Pizzol

Figlia sposa madre by Giampiero Pizzol

autore:Giampiero Pizzol [Pizzol, Giampiero]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Edizioni Ares
pubblicato: 2024-02-22T23:00:00+00:00


Capitolo III

Madre

(Maria entra portando un’anfora. Gio­vanni che sta scrivendo si interrompe e la aiuta).

giovanni – Lascia, Madre. È pesante!

maria – Non è niente.

giovanni – Sei andata laggiù fino alla

fonte?

maria – Mi piace camminare.

Fin da bambina andavo a esplorare

i posti più segreti in fondo al bosco.

Una volta ho trovato ben nascosto

dentro un tronco di ulivo

un ragazzetto che già conoscevo.

“Cosa ci fai qui?”.

Mi fa un cenno e dice solo: “Sssstt!”.

In quell’istante appaiono tra i rami,

con passo silenzioso, due pavoni.

Avanzavano piano sempre insieme:

passi sospesi con circospezione.

Poi il primo ci vede. Apre le piume

come un cielo stellato.

Restiamo tutti e due senza fiato

pensando alla bellezza del Creato.

Anche al momento in cui ho partorito

fioriva il firmamento...

giovanni – Chi era quel ragazzo?

maria – Lo stesso che ho sposato!

E adesso è là. Mi aspetta

insieme a nostro Figlio. Non ha fretta.

Sono io che non vedo l’ora.

giovanni – Non dir così, Maria, tu non

sei sola.

Ci sono io e Pietro e tutti gli altri,

poi i discepoli. Tra loro molti

non hanno visto,

né ascoltato la voce del Maestro.

Han bisogno di te che sei Sua Madre.

maria – Verranno alla fede se vi amate

come Mio Figlio ha chiesto e insegnato.

Non c’è segno più grande e convincente.

Niente son le parole, niente

le regole, i precetti, le preghiere

a paragone dell’amore.

giovanni – È di questo che io vorrei

parlare,

ma più ne scrivo e meno sento vivo

quello che provo.

Le mie mani son fatte per pescare

legare corde e svolgere le vele!

Maria – Verranno con il tempo le parole!

Giovanni – Mi sembrano lontane come rive

del lago nella nebbia e non so dove

andare e cosa fare.

Mi pare di annegare in mezzo al buio

come quando Andrea, Pietro e io

calavamo le reti inutilmente.

Non c’era verso di prendere un bel niente.

I pesci scomparsi, l’acqua morta,

le braccia spezzate dalla corda.

E poi Gesù che appare

e all’improvviso cambia il cielo e il mare,

cresce la brezza e si può pescare...

Ma qui senza di Lui mi sento perso

come un pesce in mezzo all’universo.

Maria – Ritorna al principio, al primo

incontro,

esattamente al punto

in cui Lui ti ha guardato.

Anch’io, se chiudo gli occhi, lo rivedo.

Giovanni – Ma tu l’amore quando l’hai

provato?

Maria – Non è all’annuncio che io l’ho

sentito.

L’angelo è apparso e subito svanito.

Era avvenuto tutto

come in un sogno. Non sembrava vero

che nel mio ventre io avessi Dio!

Sentivo un cuore battere col mio

ma non sapevo né perché, né come.

Era pura illusione

di una ragazza? Oppure la promessa

che in me prendeva carne

e forme d’uomo?

Come poteva l’Essere Divino

star nel mio essere?

Il Figlio in me Sua figlia

come una perla dentro una conchiglia?

Camminavo per strada come sempre,

arrivavo fino alla sorgente,

guardavo l’acqua

che in silenzio colmava la mia brocca

e ne sentivo il peso, ma in me, niente

pesava più di prima.

Ero la stessa Maria, la ragazzina

che ritornava a casa sotto il sole.

Nulla di nuovo, eppure non uguale

era il tremore che avevo in cuore.

Solo con mia cugina all’improvviso

ho sciolto il peso

di quel tremendo dono con il canto.

Ma è durato un attimo, un momento.

E la pancia cresceva. La mia guancia

si faceva di fuoco

quando Giuseppe che non era cieco

guardava e non chiedeva niente.

E poi le mezze frasi della gente.

Quella fuga in Giudea in preda al vento.

La stalla, il freddo.



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