Franco Basaglia. La libertà è terapeutica by Francesco Foti

Franco Basaglia. La libertà è terapeutica by Francesco Foti

autore:Francesco Foti [Foti, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: People
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Siamo ad anni di distanza dalla Legge 180 e dalla riforma che sempre nel 1978 avrebbe introdotto il Servizio sanitario nazionale, ma qui c’è già il nucleo di quella che sarebbe diventata negli anni a venire non solo l’assistenza psichiatrica, ma proprio la sanità territoriale, che nacque anche grazie alla sperimentazione dei Centri prima di Aurisina e Barcola, poi di Barriera Vecchia, San Giacomo e Muggia. L’idea che il luogo dove rispondere ai bisogni di salute fosse non l’istituzione ma la comunità e che la protagonista dovesse essere quest’ultima e non la professione medica era già lì.

Il 1977 si aprì con la convocazione di una conferenza stampa da parte di Michele Zanetti e Franco Basaglia. Davanti a giornalisti, politici, operatori, famigliari, il presidente della Provincia e il direttore dell’OPP annunciarono che entro l’anno il manicomio avrebbe chiuso. Le sue funzioni sarebbero state assorbite dai centri di salute mentale diffusi sul territorio e dal servizio di pronto soccorso psichiatrico attivato presso l’ospedale centrale della città.

L’annuncio, come ebbe a raccontare lo stesso Peppe Dell’Acqua, colse di sorpresa per primi gli stessi operatori. Certo, l’obiettivo era sempre stato quello, ma nessuno pensava che quel momento sarebbe arrivato così in fretta. La sensazione era che si volesse tirare la volata al processo cominciato nel ’71 in un momento di grande tumulto e fermento, tanto a livello locale quanto nazionale. Zanetti si era presentato alla conferenza stampa da presidente dimissionario: la sua giunta era caduta per dissidi interni alla maggioranza che la sosteneva – non inerenti alla questione psichiatrica – ed era evidente ai più che la seguente sarebbe stata una maggioranza guidata unicamente da socialisti e comunisti. A livello nazionale, le commissioni parlamentari avevano deciso di stralciare la parte relativa alla psichiatria dal grande progetto di riforma sanitaria cui si stava lavorando, ma ciò non era affatto una battuta d’arresto per il movimento: il superamento dei manicomi era dato per inevitabile da una larga maggioranza di parlamentari e, anche grazie alle pressioni del Partito radicale, che stava raccogliendo firme per un referendum sul tema, si era avviato l’iter per una legge specifica che avrebbe affrontato la questione. Nel frattempo, il Paese era scosso dalle manifestazioni – violentemente represse – di una nuova contestazione studentesca, per certi versi persino più radicale di quella del ’68. Ma se il movimento studentesco del decennio precedente aveva abbracciato Basaglia e ne aveva fatto uno dei propri numi tutelari, i cosiddetti “autonomi” del ’77, pur condividendo moltissime delle istanze basagliane, lo contestavano duramente, persino fisicamente, come accadde proprio nel settembre di quell’anno durante il terzo Réseau internazionale di alternativa alla psichiatria, intitolato Il circuito del controllo, dal manicomio al decentramento psichiatrico. Ideologia e pratica. Dentro al parco di San Giovanni venne eretta una tensostruttura che per giorni ospitò oltre quattromila persone venute da tutto il mondo per discutere del superamento dell’istituzione totale, delle radici storiche e sociali del controllo e dell’utilizzo da parte del potere del concetto di “devianza” e delle sue diverse definizioni da parte della società, attraverso le epoche e i mutamenti sociali.



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