Giustizia riparativa by Guido Brambilla & Alberto Frigerio

Giustizia riparativa by Guido Brambilla & Alberto Frigerio

autore:Guido Brambilla & Alberto Frigerio [Brambilla, Guido & Frigerio, Alberto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ares
pubblicato: 2024-09-12T14:12:40+00:00


1.2. Castigo divino

Il testo biblico contiene pagine difficili, alcune delle quali si chiariscono tenendo conto del genere letterario, che talvolta ha un intento pedagogico che esprime significati ulteriori rispetto alle vicende narrate85. Tra le pagine più ostiche si hanno quelle sul castigo divino, che nell’Antico Testamento si abbatte sull’umanità e sul popolo d’Israele per la loro disobbedienza. Si pensi all’invio di serpenti per punire il popolo recalcitrante lungo il cammino nel deserto (Nm 21, 4-8) o alla morte del figlio di Davide e Betsabea concepito in adulterio (2 Sam 12, 15-18). Tale visione trova formulazione nella dottrina della retribuzione, secondo cui chi segue i dettami di Dio sarebbe da Lui premiato mentre chi pecca sarebbe da Lui castigato.

Tale dottrina fu formulata prima come collettiva, nella convinzione che Dio premierebbe o punirebbe i figli per la colpa dei padri (Es 20, 5-6; 34, 7; Dt 5, 9-10), secondo l’adagio riferito da Geremia ed Ezechiele «i padri hanno mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati» (Ger 31, 29; Ez 18, 2), poi come individuale, nella convinzione che Dio premierebbe o punirebbe la colpa dei rei (Ger 31, 30; Ez 18, 20). Il funzionamento della dottrina retributiva traspare in modo esemplare nella lettura profetica dell’esilio babilonese, interpretato come castigo pedagogicamente impartito dal Signore al popolo peccatore (Ger 9, 10; 42, 18; 44, 2-6; 52, 3; Ez 5, 5-17; 9, 8-10; 16, 36-43; 21, 9-10; 22, 4-6). È questa la prospettiva adottata dai Profeti Minori, secondo cui il castigo divino, che esprimeva l’inconciliabilità radicale tra Dio e il male, aveva finalità non vendicativa ma educativa e salvifica, in quanto costituiva l’extrema ratio per correggere il popolo peccatore, sottrarlo al male e ristabilire la giustizia, intesa non come corrispondenza formale a un corpus normativo, ma come armonia relazionale custodita dalla Legge86. In realtà, la stessa corrente profetica nella stagione esilica intuì che il castigo di Dio andava letto nei termini di auto-castigo del peccatore, che è colpevole e altresì vittima del male compiuto87. È quanto comprovano in modo esemplare due oracoli, pronunciati da Geremia ed Ezechiele:



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