Guida di Torino per veri torinesi by Daniela Schembri Volpe

Guida di Torino per veri torinesi by Daniela Schembri Volpe

autore:Daniela Schembri Volpe [Volpe, Daniela Schembri]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788822785596
editore: Newton
pubblicato: 2024-10-07T22:00:00+00:00


MauTo, pigiare l’acceleratore della storia dell’automobile

Tra le prime posizioni delle attrazioni più viste a Torino figura il Museo dell’Automobile. Uno dei più importanti e antichi musei dell’automobile. Non fatevi fuorviare dalla parola museo, perché qui di stantio non c’è nulla. Certo, c’è la storia dell’auto ma presentata con una veste sorprendente che rapisce anche chi considera l’auto solo come una semplice utilitaria. Un tempo Torino era la “sartoria” dell’automobile. Fin quasi dai primordi, alla fine dell’Ottocento, l’industria metalmeccanica torinese occupava già 9000 operai. Nei primi anni del Novecento in città erano più di trenta le aziende che lavoravano in questo settore. Per menzionare solo le case automobilistiche più famose: Lanza (1898), Ceirano GB & C. (1898), fiat (1899), Taurinia (1902), Aquila Italiana (1905), Diatto (1905) e Lancia (1906). All’inizio della produzione automobilistica le vetture venivano realizzate di piccole dimensioni e il costruttore procurava esclusivamente l’autotelaio, affidando il completamento della vettura a carrozzieri e produttori di componenti. I più apprezzati erano Locati & Torretta, Marcello Alessio e Giovanni Farina, fratello del più famoso Battista. Dopo la crisi borsistica del 1907 e l’incremento della concorrenza dall’estero, le aziende torinesi si organizzarono per produrre in serie, seguendo il modello americano di Ford.

Alcuni esponenti della borghesia piemontese, i primi in Italia, ebbero il merito di saper interpretare le potenzialità del mezzo automobilistico e di investire denaro e tempo sul prodotto auto. Giovanni Agnelli, fondatore della fiat di cui fu il primo amministratore delegato e presidente, Vincenzo Lancia, guida della casa automobilistica omonima, Roberto Biscaretti di Ruffia l’ideatore dell’Automobile Club di Torino nel 1898 (ora aci). Senza dimenticare i grandi carrozzieri che nel tempo hanno portato il car-design italiano nel mondo: Giovanni Bertone, fondatore dell’omonima carrozzeria diventata un punto di riferimento per il design internazionale sotto la guida del figlio Nuccio. Altri designer di fama mondiale come Giorgetto Giugiaro e Marcello Gandini. E ancora Pininfarina, fondata nel 1930 come Società anonima Carrozzeria Pinin Farina da Battista Farina (detto Pinin), poi passata al figlio Sergio. E tanti altri “artigiani” dell’auto, piccoli grandi uomini guidati dalla parola magica: passione. Nonostante il clima di crisi a Torino la passione per l’auto non ha fine considerando aspetti come il design e l’ingegneria, che continuano a essere motivo di orgoglio e di studio, come il corso di Ingegneria dell’Autoveicolo del Politecnico di Torino. Narrare la storia dell’auto è quanto di più dovuto in una città che ne è stata l’icona. L’idea di un Museo dell’Automobile a Torino nasce da Cesare Goria Gatti e dal già citato Roberto Biscaretti di Ruffia. Fu poi il figlio di quest’ultimo, Carlo, a radunare la collezione iniziale e a adoprarsi per dargli una sede. Il 3 novembre 1960 il museo fu inaugurato e intitolato proprio a suo nome.

Già dall’esterno, davanti all’ingresso di corso Unità d’Italia, l’architettura moderna dell’edificio fa intuire che ci si appresta a vedere qualcosa di speciale, di avveniristico, di favoloso. Infatti, nel 2011, dopo quattro anni dedicati ai lavori di ristrutturazione e ampliamento, il museo ha riaperto e oggi possiamo ammirare la



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