I tempi del potere by Christopher Clark

I tempi del potere by Christopher Clark

autore:Christopher Clark [Clark, Christopher]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia e Società
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2022-02-15T00:00:00+00:00


3.

Il battelliere sul fiume del tempo

«Il fiume del tempo segue il suo corso come deve», scrisse Otto von Bismarck a sua suocera, Luitgarde von Puttkamer, nel 1852, «e se ci immergo la mano, lo faccio perché credo che questo sia il mio dovere, non perché spero con ciò di cambiarne la direzione»1. Bismarck utilizzò ripetutamente questa metafora nel corso della sua carriera. «L’uomo non può né creare né indirizzare il fiume del tempo», disse lo statista ormai in pensione ad alcuni ospiti che si recarono a trovarlo nella sua tenuta di Friedrichsruh: «può solo viaggiarci e far rotta con più o meno esperienza e perizia»2. Ma l’immagine del battelliere che guida la sua imbarcazione nelle vorticose correnti del tempo esprime un senso del fluire della storia talmente comune nel contesto di metà Ottocento in cui Bismarck visse che appare difficile leggerla come un segno caratteristico del suo spirito.

Fra la morte di Federico II nel 1786 e la nomina di Bismarck a cancelliere del Regno di Prussia nel 1862, l’idea della «storia» conobbe un processo di espansione semantica, soprattutto nei territori protestanti dell’Europa di lingua tedesca. «La storia», scrisse nel 1815 il teorico del diritto prussiano Carl von Savigny, non è «una mera raccolta di esempi», ma piuttosto «l’unico sentiero che conduce alla vera conoscenza della nostra condizione»3. Un’affermazione del genere avrebbe lasciato perplesso Federico II. Dal suo punto di vista, dopo tutto, la storia era esattamente questo: un magazzino di buoni e cattivi esempi. Se non lo fosse, come se ne potrebbe trarre la conoscenza della propria condizione? La risposta a questa domanda è, o era, che la parola «storia» era venuta a indicare, oltre e più che l’insieme delle cose, degli eventi e delle persone che la componevano, un complessivo e irreversibile processo di cambiamento. Con ciò non si intende dire che dal pensiero storico settecentesco fosse assente una consapevolezza del cambiamento epocale – è vero semmai il contrario: la storiografia dell’illuminismo fu caratterizzata da un acuto senso dello sviluppo, spesso espresso mediante il concetto di un viaggio attraverso una sequenza di «stadi», simili alle tappe fondamentali del percorso di crescita, maturazione e senescenza dell’essere vivente. Ma Voltaire non avrebbe mai trovato interessante né utile distinguere, come Hegel fece presentando la sua filosofia della storia, fra le innumerevoli specifiche sequenze di azioni ed eventi che costituivano il contenuto della storia e la Storia stessa, intesa come un onnicomprensivo processo di trasformazione.

Per Hegel, che Bismarck affermò di aver letto da giovane senza però capirlo, la storia, in questo senso imperscrutabilmente ampio, aveva una dignità quasi teologica, poiché recava l’impronta del progressivo dispiegarsi della ragione o «Spirito» (Geist) nel tempo. Non tutti però condividevano questa equiparazione della storia con il progresso della ragione. Leopold von Ranke, che contrastò con forza la concezione razionalista e progressiva hegeliana, affermò pur tuttavia che la Storia era animata dall’interno da un movimento che infondeva di sé e coinvolgeva tutti gli aspetti della vita: lo «Spirito che appare nel mondo non ha natura



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