Il Popolo Della Dea by Alessio Moa

autore:Alessio Moa [Moa, Alessio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9781520921235
Google: 89toswEACAAJ
Amazon: 1520921233
editore: Independently published
pubblicato: 2017-03-30T00:00:00+00:00

«Il popolo della Dea si è battuto con onore, Comandante! Shira era destinata a cadere ma i Kurgan hanno pagato un prezzo molto alto...»

L’uno di fronte all’altro, separati da un tavolaccio di legno massiccio, i due militari stavano brindando con della birra scura che era stata servita insieme a della carne essiccata e a dei frutti.

«Può darsi: ma alla fine hanno vinto. Vi sono giunte notizie del comandante? Ci legava un rapporto d’amicizia, se così posso dire. Abbandonarlo mi ha spezzato il cuore, seppure non ho fatto altro che obbedire a un suo ordine.»

«Il comandante di Shira! Le sue gesta sono già leggenda. Prima della morte è riuscito a uccidere il condottiero nemico in un duello all’ultimo sangue, ha salvato il suo popolo dallo sterminio.»

Ubith distolse lo sguardo, volse il capo verso una grande anfora che

abbelliva il modesto locale e mormorò qualcosa di appena udibile.

«Ha avuto la sua vendetta... Lui almeno è in pace. Gli Dèi vogliano che possa ricongiungersi con la sua sacerdotessa.»

«La morte del condottiero nemico rallenterà decisamente l’avanzata dei Kurgan, non è vero?»

Ubith raddrizzò il capo e tornò a guardarlo. Scosse la testa.

«Non ci speri, comandante Muntic. I Kurgan avanzano disordinatamente; ogni gruppo, ogni tribù, ha il suo condottiero e spesso al loro posto sono gli stregoni o i sacerdoti a guidarli. Lo dovrebbe sapere: i miti più antichi narrano delle loro conquiste. Da tempo immemore lanciano le loro spedizioni, depredano i nostri territori, cambiano i nostri costumi e le nostre credenze per poi ritirarsi nella loro terra. Ma ora si sono fatti più feroci, questo è vero. E il fatto di essere riusciti ad addomesticare i cavalli usandoli per i loro scopi e le loro guerre gli dà un vantaggio considerevole. Shira era tra le poche città a non essere stata assimilata al loro credo; era della Dea. E ora Shira non esiste più. Forse... Gli Dèi non vogliano... Forse sarete i prossimi. Mi parli della sua città, comandante.»

Muntic sorrise enigmatico. Espirò rumorosamente prima di rispondere con quel suo tono cantilenante, un poco soporifero.

«Nesazio è una strana città, Ubith... Dista pochi chilometri dal nostro

porto, Badò, che non è altro che la porta verso il mare della capitale. Ma le assicuro che la troverà molto diversa da come la immagina. Apparentemente indifferente a tutto e a tutti, è una città di predoni e di avventurieri. Non dovrei parlare in questo modo del luogo dove sono nato, eppure sento il dovere di metterla in guardia. Affari, commerci, aste, strane arti, magia arcana, musiche suadenti e ipnotiche, perversioni di ogni tipo; è facile perdersi nelle sue vie intricate, vendersi l'anima per un capriccio, finire con un coltello piantato nella schiena. E comunque non siete ben accetti.»

«Vuole dire che non vogliono i supertiti di Shira?! Sanno che saranno i prossimi dopo di noi? I Kurgan, o chi per loro, arriveranno, e prima di quanto credono... È un tempo di grandi sconvolgimenti e mutazioni.»

«Nessuno a Nesazio vuole sentir parlare dei Kurgan. E in quanto a voi... soldati o marinai stranieri non possono entrare in città, nemmeno quelli amici! Abbiamo paura di essere contaminati forse.

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