Il sistema Vivacchia by Andrea Vitali

autore:Andrea Vitali [Vitali, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2024-10-05T23:00:00+00:00

44.

«Trovatore, Trovatore!»

Il Federale l’aveva accolto così dopo aver occhieggiato un fogliettino sul quale il segretario Incensati aveva appuntato nome e cognome: voce da omelia, espressione da apostolo.

Ma cosa gli combinava ancora quel benedetto paese?

L’Incensati, dopo averlo fatto entrare nell’ufficio, l’aveva seguito e si era disposto a lato della scrivania del Federale, un piano di lavoro lindo e scarno, un portapenne, una lampada, un paio di cartellette, così come si narrava fosse quello del Duce nella sala del mappamondo.

L’Aurelio aveva fatto per rispondere ma il Federale: «Accomodatevi», l’aveva invitato.

Si ragionava meglio stando seduti, o no?

E l’Incensati, per la prima di un numero infinito di volte, aveva approvato l’uscita del Federale con un cenno del capo e uno sbattere di ciglia come avesse udito chissà quale verità.

L’Aurelio aveva ubbidito e aveva di nuovo tentato di parlare. Niente da fare.

«Trovatore, Trovato…» aveva ripreso il Briga Funicolati interrompendosi però.

Poi con una mano, la sinistra, s’era coperto la bocca, e con l’altra aveva cominciato a ravanarci dentro.

L’Aurelio era rimasto di stucco.

Ma che cazzo fa, si fruga in bocca?, aveva pensato, mentre l’Incensati, con una faccia come se non volesse cedere a un immaginario solletico, ispezionava i quattro angoli dell’ufficio.

Tolse le mani, il Federale aveva contratto la mascella e aveva ripreso.

«Trovatore!»

Quando aveva avallato la sua nomina a segretario non s’erano forse accordati perché tenesse a freno la… la…

«L’esuberanza, ecco, l’esuberanza di quella sezione?» aveva osservato.

A quell’uscita l’Incensati aveva concordato con più cenni del capo e stringendo le labbra, quasi dolente.

Il Trovatore s’era tenuto, visto che già due volte aveva dovuto mordersi la lingua.

Il Federale l’aveva guardato, l’Incensati pure. Una domanda sul viso di entrambi. Era venuto lì per fare scena muta?

«Ditemi», l’aveva invitato il Federale accompagnato da un’espressione d’urgenza del segretario.

«Vedete, Eccellenza, come spiegavo al signor segretario…»

Ma il Federale l’aveva fermato con un gesto della mano e a latere un corrugarsi della fronte dell’Incensati.

«Ricordo», aveva ripreso il Federale.

Ricordava.

Aveva dovuto delegare.

Ma, ma, ma…

L’Incensati, un’espressione di rimprovero in viso, aveva dondolato la testa di lato.

«Ma permettetemi di ribadire che un segretario non può derogare dai suoi doveri. Non può non avere sempre tutto sotto controllo.»

Sentenza che l’Incensati aveva confermato con un deciso scatto del capo.

«Capisco», aveva concordato il Trovatore.

Ma il Federale non aveva ancora finito.

«Soprattutto in una sezione come quella… Bellano giusto?» aveva chiesto rivolgendosi all’Incensati che aveva confermato con un unico battito di ciglia.

Soprattutto, quindi, in una sezione che aveva già creato qualche fastidioso… e sul viso dell’Incensati era comparsa un’espressione dubbiosa. Anzi, s’era corretto il Federale, imbarazzante, e l’Incensati aveva allora approvato con decisione, imbarazzante grattacapo.

«Non succederà più», aveva sparato di getto il Trovatore temendo di essere ancora interrotto e fantasticando per una frazione di secondo l’agognato momento in cui avrebbe potuto mandare al diavolo carica, Partito, paese, e pazienza per la Priscilla.

«Ma veniamo a noi adesso», l’aveva riportato alla realtà il Federale.

«Eccellenza, posso riferire ciò che mi è stato riferito», aveva osato il Trovatore.

«Sentiamo», aveva concesso il Federale.

«Pare si tratti di un furto. Di carbone», aveva sparato l’Aurelio.

Prima di quella del Federale era stata la fronte dell’Incensati a corrugarsi.

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