Il superpotere delle parole by Teresa Capparelli

Il superpotere delle parole by Teresa Capparelli

autore:Teresa Capparelli [Capparelli, Teresa]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Immaginate, dunque, qualcuno che prova rabbia verso un proprio caro, ma, invece di esprimere apertamente questa rabbia, la rivolga contro di sé. Potrebbe sentirsi arrabbiato ma non riuscire a esprimere chiaramente le proprie emozioni e sviluppare, invece, sintomi fisici o psicologici, come mal di testa, ansia o depressione. In questo caso, la retroflessione avviene quando la persona “rimanda indietro” la propria reazione emotiva, anziché condividerla apertamente.

Spesso ai miei pazienti dico anche che dietro la rabbia c’è sempre un grande dolore. È fonte preziosa, quella rabbia, ogni volta che esprimiamo le nostre idee con convinzione, ogni volta che qualcuno si permette di sporcarle, ogni volta che ci sentiamo invasi, ogni volta che sentiamo che qualcuno sta subendo un’ingiustizia, un torto, una violenza.

Oggi, quando qualcuno non riesce a scorgere la mia rabbia, quasi me ne dispiaccio. Ma è questo che accade: poche persone hanno la possibilità di accedere a quella parte così intima. Dunque, quando qualcuno vi chiede «Come fai a essere così pacato/a e gentile?», potreste rispondergli che solo chi vi conosce profondamente ha il privilegio di guardare la vostra rabbia.

C., infatti, che la rabbia l’aveva appresa in famiglia e la utilizzava come strategia difensiva, si mostrava arrabbiata soprattutto con il suo partner, il quale non soddisfaceva i suoi bisogni relazionali. «Perché devo essere sempre io a lavorare su me stessa?» si chiedeva in seduta. Alle volte, senza averne contezza, era proprio lei ad anticipare i bisogni degli altri, senza darsi la possibilità di ricevere altrettanto nutrimento. Sentiva che le persone che amava non ricambiavano i sentimenti di cui faceva loro dono, ma invece che avvicinarsi comunicando tutto l’amore che sperimentava, lo faceva urlando contro di loro tutto ciò che le mancava. Ama e ridi se amor risponde, piangi forte se non ti sente cantava De André. Lei piangeva e si arrabbiava forte. Quando questo accadeva pensavo alla stranezza di noi esseri umani: talvolta, pur amando qualcuno, invece che condividere quell’amore, comunichiamo la rabbia che deriva dal non sentire quel sentimento ricambiato nel modo in cui vorremmo.

Forse, mi dico ancora una volta, basterebbe un abbraccio a sciogliere quella rabbia lesiva e offuscante. Anche C., immagino, avrebbe solo avuto bisogno di un abbraccio rassicurante. Di qualcuno che le dicesse: «ti amo esattamente come tu ami me. E non ti urlerò mai contro, né mai ti tradirò, come è stato fatto con te». Alcuni, quindi, manifestano rabbia esclusivamente nella propria intimità. Altri, invece, possono apparire profondamente arrabbiati anche all’esterno.

Anche G., un paziente incontrato nei capitoli precedenti, era molto sensibile alla rabbia. Pur adulto, continuava a coltivare la sua passione per il mondo Disney e tutto ciò che lo riguardasse. Questo interesse gli consentì di sopravvivere in un mondo di discriminazioni omofobe, ostilità, bigottismo e intolleranza. “Topolino” era il nome che attribuiva a sé stesso nei momenti di ottimismo, gentilezza, intraprendenza e saggezza. “Paperino”, invece, era il suo appellativo quando sperimentava una rabbia esplosiva e manifestava tutta la sua permalosità. G. celava in molti contesti chi fosse davvero, ma quando la sua rabbia emergeva, veniva fuori con tutta la dirompenza che lo contraddistingueva.



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