In memoria del manifesto dei comunisti by Antonio Labriola

In memoria del manifesto dei comunisti by Antonio Labriola

autore:Antonio Labriola [Labriola, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-24T12:32:07+00:00


alle forme moderne, e ciò è accaduto poi più tardi, almeno in parte, e per altre vie: - se speranza fu in essi, era questa, che il movimento proletario di Francia e d’Inghilterra continuasse e si sviluppasse. La sopraggiunta reazione spazzò via molte cose, e molti impliciti o avviati sviluppi deviò e dilazionò. Ma spazzò anche via dal campo del socialismo la vecchia tattica rivoluzionaria: - e questi ultimi anni ne hanno creata una nuova. Ecco tutto1.

Né il Manifesto volle esser altro e di meglio, se non il primo filo conduttore di una scienza e di una pratica, che la sola esperienza e gli anni poteano e doveano sviluppare. Ciò che esso reca intorno al generale andamento del moto proletario concerne, dirò così, il solo schema e il solo ritmo. In ciò si riflette, senza dubbio, l’impressione che produceva allora su i comunisti la esperienza dei due movimenti, che appunto cadevano sott’occhi; quello di Francia, cioè, e soprattutto il cartismo, che a breve andare fu colto da paralisi per la non accaduta manifestazione insurrezionale del 10 aprile 1848. Ma in tale schema non è nulla di idealizzato, che poi si converta in una tassativa tattica di guerra; come più volte era difatti accaduto, che i rivoluzionari riducessero in anticipato catechismo ciò che non può essere se non un semplice portato dello sviluppo delle cose.

Quello schema è diventato poi più vasto e più complesso, grazie all’allargarsi del sistema borghese, che tanta più parte di mondo ha investito e comprende. Il ritmo del movimento è diventato più vario e più lento, appunto perché la massa operaia è entrata su la scena come vero e proprio partito politico; il che, cambiando i modi e le scadenze dell’azione, ne cambia le movenze.

Come, innanzi al perfezionamento delle armi e degli altri mezzi di difesa, la tattica delle sommosse è apparsa inopportuna; - come la complicazione dello stato moderno fa apparire insufficiente la improvvisata occupazione di un H

tel de Ville, per imporre ad un

intero popolo il volere e le idee di una minoranza, sia pur essa coraggiosa e progressiva: -

così dal canto suo la massa proletaria non istà più alla parola d’ordine di pochi capi, nè regola le sue mosse su le prescrizioni di capitani, che possano, se mai, su le rovine di un governo di classe o di consorteria, crearne un altro dello stesso genere. La massa proletaria, là dove essa si è svolta politicamente, ha fatto e fa la sua propria educazione democratica. Cioè, elegge e discute i suoi rappresentanti, e fa sue, esaminandole, le idee e le proposte, che quelli per anticipazione di studio o di scienza abbiano intuito e presagito; e sa già, o comincia almeno ad intendere, secondo i varii paesi, che la conquista del potere politico non dee nè può esser fatta da altri in nome suo, sia pure da gruppi di coraggiosi antesignani, e che soprattutto quella conquista non può riuscire con un colpo di mano. Essa, la massa proletaria, in somma, o sa, o s’avvia ad intendere, che



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