K.A.: I figli della luce (Italian Edition) by Joe I. Blacksmith

autore:Joe I. Blacksmith [Blacksmith, Joe I.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2020-08-19T04:00:00+00:00

Cap. 47

Ore 7.30 del mattino. Gli sguardi assonnati di Felicia, Owen, John, Sean e Tina fecero capolino quasi contemporaneamente nella grande hall di New Scotland Yard. Dopo i controlli di routine negli scanner biometrici riservati agli ospiti della struttura, furono accompagnati da un’agente, sempre più simile a una hostess congressuale, alle soglie del grande openspace riservato alle indagini. Non vi è dubbio, avevano l’aria smarrita. Il messaggio inviato da Donovan non era stato compreso, anzi era risultato astruso e per questo bisognevole di ulteriori spiegazioni. E queste sarebbero giunte direttamente da lui. Dopo qualche secondo, infatti, Donovan sopraggiunse alle loro spalle. Aveva un’aria vispa e reattiva. "Buongiorno ragazzi, bentornati! Grazie per aver accolto prontamente il mio invito…”

“Pareva fosse urgente, o mi sbaglio?” – disse Felicia.

“Infatti, lo è. Ma prego, prendete posto. Dobbiamo necessariamente aspettare gli altri.”

Tutti, chi più chi meno, annuirono silenziosamente e si sedettero attorno il grande tavolo ovale posto al centro della stanza. Felicia appariva inquieta e dopo nemmeno un paio di secondi si alzò e si diresse verso una delle grandi bacheche magnetiche su cui Donovan e Murray era solito appendere le foto, i punti di domanda, le intuizioni e i possibili nuovi indizi. Il suo sguardo smanioso scorreva in modo casuale su e giù, in lungo e in largo, cercando un appiglio o semplicemente qualcosa che attraesse la sua curiosità.

Sulle bacheche erano state aggiunte nuove foto, ma c’era qualcosa di nuovo: qualcuno pareva essersi divertito a mescolare le carte in tavola. "Ehi, ma da dove arrivano tutte queste foto? E perché è stato cambiato l’ordine di posizionamento? Non credo di sbagliare…"

“Non ti sbagli, Felicia, ma il motivo vi sarà chiaro tra un po’. Lo ripeto, dobbiamo aspettare gli altri.”

A queste parole, anche Owen e Tina sentirono l'irrefrenabile curiosità di sbirciare tra le note di Donovan. Sean, invece, se ne restò comodamente seduto, con lo sguardo incollato sul suo palmare, in una frenetica sequenza di messaggi botta-e-risposta che pareva provocargli goduriosa sensazione di spensierato divertimento.

"Sean, non sei curioso di vedere le nuove foto?" – chiese Tina con tono scanzonato.

"Ho di meglio da fare..." – rispose seccamente, non degnandosi neppure di sollevare la testa – “se trovate qualcosa di interessante, fate un fischio…”

Owen si girò e gli lanciò uno sguardo antipatico. Egli sapeva esattamente di cosa si trattasse. Soltanto la settimana prima, Sean gli aveva confidato di uno curioso “incidente” avvenuto durante uno dei suoi pigri pomeriggi alla Monad Coffee House di Oxford, la caffetteria più gettonata dagli studenti. Insomma, pare che dopo tanti falliti tentativi fosse finalmente riuscito ad agganciare una delle gemelle Stein: Rachel, per l’appunto. Sì, per quanto Sean l'avesse più volte incrociata nei corridoi delle facoltà, e sempre più di recente in biblioteca, lei non lo avesse mai degnato di uno sguardo e l'onnipresenza della sorella Rebecca rendeva complicato e imbarazzante ogni tentativo di approccio. Quella volta però Rachel era sola, e l'accidentale scambio delle loro ordinazioni al tavolo era stato quanto mai provvidenziale per consentirgli di rompere finalmente il ghiaccio. Da quel giorno,

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