L'enigma Bergoglio (Italian Edition) by Massimo Franco

autore:Massimo Franco [Franco, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Solferino
pubblicato: 2020-09-23T22:00:00+00:00

«Quei volumetti non li recensisco»

Anche se «il nonno saggio in casa» in alcune occasioni ha sentito il bisogno di esprimere pubblicamente le sue idee, increspando la superficie di una tranquilla coesistenza e spiazzando i consiglieri di Bergoglio. La prima è stata quando l’allora prefetto per la comunicazione, monsignor Dario Viganò, ha accreditato un plauso di Benedetto a una serie di pubblicazioni sulla teologia di Francesco, che in realtà non c’era stato: operazione che alla fine ha rivelato un’improvvida censura su quanto aveva scritto il papa emerito, e che nel marzo del 2018 ha costretto Viganò alle dimissioni. Si è trattato di un infortunio imbarazzante per tutti, figlio del tentativo, senz’altro fatto con le migliori intenzioni, di consacrare un papa missionario e predicatore come Bergoglio anche come grande teologo, chiamando a raccolta una serie di studiosi che avevano il compito di sottolinearne la profondità dottrinale. Viganò aveva scritto a Benedetto per chiedergli una sorta di «recensione» tesa a legittimare ulteriormente l’operazione. Ratzinger rispose che non aveva intenzione di commentare quelli che definiva «volumetti». Oltre tutto, tra i teologi Viganò aveva inserito un testo del «professore Hünermann, che durante il mio pontificato si è messo in luce per avere capeggiato iniziative antipapali» osservò Benedetto.

Nonostante questo, assicurava di apprezzare un’«iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione filosofica o teologica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia». Il pasticcio è venuto a galla quando, presentando l’iniziativa editoriale, Viganò ha omesso la parte della risposta del papa emerito nella quale spiegava i motivi per i quali non recensiva né avrebbe recensito quei libri. Nei giorni successivi, però, come era prevedibile, dal Vaticano hanno fatto filtrare il testo integrale della lettera di Ratzinger. Il caso è montato e si è trasformato in un autogoal. Il braccio destro di Francesco per la comunicazione che sceglieva di non trasmettere per intero il pensiero del predecessore per non incrinare un’operazione editoriale coincidente col quinto anno di pontificato era uno scivolone che forniva armi a tutti gli avversari di Casa Santa Marta, e dello stesso Viganò.

La divulgazione a tappe della missiva, e solo sotto la spinta di uno sconcerto crescente, hanno regalato sospetti di manipolazione, se non di censura. Dettaglio ulteriore: l’incidente è avvenuto pochi mesi dopo convegni e prese di posizione contro le fake news, nei quali Viganò aveva avuto un ruolo di punta. Intervistato da «Avvenire», aveva parlato di un «codice etico per i media» contro la menzogna.1 E nel gennaio del 2018 aveva letto un messaggio inviato dal papa per la Giornata delle comunicazioni sociali, nella quale il prefetto aveva dichiarato, a proposito del modo di comunicare, che «continuare ad avvelenare i pozzi vuol dire avvelenare la società e sappiamo che il demonio passa attraverso le divisioni».2 Ma soprattutto, Viganò era il regista di una riforma per rimodellare l’intero sistema dei media vaticani, che aveva provocato malumori, resistenze e invidie.

Veleni corrosivi stavano già scorrendo da mesi, dunque. E un incidente

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