L'estate di Sicari by Luigi Galluzzo

L'estate di Sicari by Luigi Galluzzo

autore:Luigi Galluzzo [Galluzzo, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Laurana Editore
pubblicato: 2024-04-14T22:00:00+00:00


25.

Le parole dello scrittore le ronzavano ancora nella testa. Appena uscita dal Faro, aveva dovuto sedersi su uno scoglio. Era rimasta lì immobile a guardare il mare da un’altra prospettiva. Faceva caldo, non tirava vento, il tempo passava; osservò un filo d’erba e poi un cormorano galleggiare sulle onde. Era agitata: il limo che periodicamente era depositato sulla sua coscienza era tornato a sollevarsi. Era bastata quella domanda a far tornare altri fantasmi. Perché aveva lasciato la polizia? Perché? Una domanda a cui in qualche modo aveva risposto, ma la risposta giusta sarebbe stata un’altra. Perché non ero fiera di me, non lo sono mai stata, la mia vita non mi appartiene, ho vissuto fino a ora una vita che non è la mia, che non mi piace. Elena a quel punto si scosse e guardò ancora il cormorano. Dovrei andare in analisi?, si chiese. Scosse la testa, impotente. Si era fatta l’ora di pranzo, aveva fame. Si ricordò che giù al molo delle barche, che distava solo un paio di chilometri da dove si trovava ora, c’era una trattoria alla buona dove si mangiava benissimo. Anche se praticamente adesso mangiava solo insalate, le piaceva lo stesso frequentare posti buoni, trattorie, sentire l’odore del cibo, respirare l’atmosfera della buona cucina familiare, il cibo come esperienza olfattiva. Si alzò, raggiunse l’auto, mise in moto, rifece la strada in senso opposto e poi al primo bivio svoltò a destra e cominciò a scendere. La strada procedeva a strapiombo. Rallentò, ecco le prime casette del borgo di pescatori: la trattoria da Nino era in fondo alla strada, praticamente sulla spiaggia. Parcheggiò, scese, raggiunse la veranda; un cameriere gentile la fece accomodare a un tavolo per due ad angolo, da cui la vista spaziava fino al promontorio oltre Punta Secca. Nonostante l’odore dei polipetti al guazzetto e della fritturina inebriasse le narici, Elena non si lasciò corrompere: ordinò un’insalata di mare e acqua liscia con foglioline di menta, salutista fino in fondo. Gli altri tavoli erano affollati di gente in costume che ordinava spaghetti con vongole e bottarga, tranci di pesce spada, impepate di cozze. Elena guardava quei piatti sospirando, mentre mangiava la sua insalata lentamente, immersa nei pensieri. Alla fine ordinò un caffè, pagò e se ne andò a camminare lungo la banchina. Quando fece ritorno a casa era ormai pomeriggio inoltrato. Diodoro l’aspettava miagolando. Si vede che ha fame anche lui, pensò Elena. Gli riempì la ciotola e uscì in terrazza; in lontananza sentiva il rumore di una trebbiatrice in azione. C’era qualcosa di strano nell’aria, ma forse erano solo i suoi nervi. Deglutì, avvertiva un tremolio alle mani. Oltre il muretto, la distesa della campagna era immobile, immersa nell’oscurità interrotta qua e là da puntini di luce intermittenti.

I saw some people starving

There was murder, there was rape

Cantava Cohen. Avrebbe meritato il Nobel più di Dylan, si disse, mentre rifletteva su quanto le aveva rivelato Tassello al mattino. La canzone era già finita, ne cominciava un’altra.

Mi ritorni in mente

Bella come sei

Si alzò,



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.