L'ospite perfetto by Herbert Lieberman

autore:Herbert Lieberman [Lieberman, Herbert]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Thrillers, Suspense
ISBN: 9788833893532
Google: l9NYEAAAQBAJ
editore: Minimum Fax
pubblicato: 2022-01-13T15:46:47+00:00

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C’è un mese che considero il più dolce e il più amaro dell’anno, ed è aprile. Non mi ritengo particolarmente originale. Almeno una dozzina di poeti e di anime sensibili ha evidenziato la peculiare malinconia di quel mese. A quel punto tutti gli uccelli sono tornati da ovunque si fossero trasferiti, e la terra vecchia e marrone è di nuovo verde. Non c’è un solo ramo spoglio in giro, e l’intenso profumo dei lillà e dei caprifogli aleggia nell’aria in quelle giornate incantevoli e sempre più lunghe. È una fase di rinnovamento, eppure l’aspro sapore dell’inverno e della morte è ancora impresso nelle nostre menti.

È un periodo doppiamente malinconico per me perché l’anniversario della morte di mio padre cade proprio in quel mese, e perché da quel giorno di aprile di quasi quarant’anni fa onoro la sua memoria visitando la sua tomba.

È un’usanza singolare e barbara, lo so, eppure la osservo ogni anno, quasi controvoglia, come un’azione riflessa impossibile da controllare.

A pensarci, è quasi comico: andare a trovare vecchi fantasmi e confrontarsi con vecchie colpe. Si spera di esorcizzare dolori antichi e di potersi liberare di qualche peso terribile come fosse un mucchio di panni sporchi, lasciandolo accanto a una lapide in rovina.

Ma non accade mai niente del genere. Si sistema soltanto un mazzetto di fiori vicino a una vecchia pietra, si mormorano sciocche parole d’affetto, o si pronuncia una sorta di formula magica (il che è ancora più sciocco) e ci si allontana passando in mezzo alle piccole e ordinate file di lapidi e alle spettrali sculture funebri.

Poi si va in un ristorante a consumare un pasto scadente. E per un altro anno si è a posto con la coscienza. Ho rinunciato da tempo a comprendere il senso dell’intera faccenda. È un ottimo argomento per gli psicologi e gli antropologi, che lo hanno colto come pretesto per avviare un’impresa fiorente.

Mio padre è sepolto in una grande città a nord, raggiungibile in una giornata di viaggio lungo una delle autostrade più grandi e orrende della nazione.

Io e Alice abbiamo sempre celebrato quel giorno esattamente nel modo che ho descritto. Ora che vivevamo in una regione rurale, però, avevamo colto l’opportunità di trasformare quel viaggio di dolore in una piccola vacanza. Come due campagnoli, raggiungevamo la città in aereo con gli occhi sgranati e innocenti e qualche soldo in più in tasca; superata la fase del cordoglio, senza più ceneri sul capo ci recavamo nei quartieri commerciali. I negozi di antiquariato e le boutique erano le nostre mete preferite. Di sera andavamo a teatro o al cinema a vedere un bel film straniero. Poi cenavamo in un ristorante francese. Suppongo sia uno schema comune alla maggior parte delle coppie che da una grande città si sono trasferite in campagna. Molti di noi sono perfino in grado di fare dell’autoironia e di scherzarci sopra.

Ad ogni modo quest’anno l’anniversario di cui vi ho parlato ci colse di sorpresa. Immagino che il fatto che ce ne fossimo dimenticati avesse qualcosa a che vedere con la presenza di Richard Atlee in casa nostra.

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