L'osso del cuore by Valentina Santini

L'osso del cuore by Valentina Santini

autore:Valentina Santini [Santini, Valentina]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Edizioni e/o
pubblicato: 2022-05-03T22:00:00+00:00


«Hai capito?».

«Ho capito».

«È quello che dobbiamo dire a tutti».

«Devo chiamarti babbo?».

«Sì. Ma non importa che tu lo faccia sempre, solo quando ci sono altre persone. È per proteggerci».

«Dal demonio?».

«Dalla gente».

«Perché? Perché non puoi essere Esodo e basta?».

«Perché altrimenti ci separano».

«Io non voglio».

«Nemmeno io».

«Allora dobbiamo farlo credere a tutti».

«Sì».

«E la mamma?».

«Non c’è».

«È morta?».

«Sì».

«Allora è Laura».

«Se vuoi, sì».

«Esodo?».

«Sì?».

«Preferiresti che ci fosse lei qui con te?».

«Perché mi chiedi questa cosa?».

«Perché lei era grande, e intera. E l’ho ammazzata io».

Dopo queste parole arriva l’impulso. Mi trattengo una giornata intera, rivivo il ricordo di me: esisto imploso. Appena Asma si addormenta prendo un quaderno, il primo, una penna nera e scrivo: Laura mi assale all’improvviso con una colpa che mi porta via. La sua morte è un fardello che mi pesa addosso, mi dilania. È la prima cosa che vedo quando chiudo gli occhi. Mi trascina lontano da Asma. Mi ritrovo abbandonato da qualche parte, mangiato dalla responsabilità di averla uccisa. Di non averla scelta più.

Ogni tanto svanisco: l’occhio affogato nell’angoscia, i pensieri altrove. Quando mi succede così, la mia bimba mi disegna come un impiccato. «Sei te quando ti dimentichi che esisto» mi dice. Resistere a questo schiacciamento è come soffocare. Il mondo si scioglie, divento liquido anche io, con gli occhi che non reggono le immagini e allora li chiudo. È quella la prima cosa che vedo ogni volta che chiudo gli occhi. Laura. Asma, Laura. Asma. Laura.

Asma. Lei, il senso perverso di tutte le cose.

La nostra casa di Kreuzstraße: un appartamento appena fuori città, con un pezzo di verde. La stessa casa dalla quale sono scappato pochi giorni fa.

La prima estate in Germania la occupai a insegnare un po’ di tedesco ad Asma, imparava le cose facilmente. A settembre di quell’anno iniziò a frequentare le medie. Non era mai andata in una scuola normale, non sapeva quasi niente di quello che conoscevano gli altri bambini. Padroneggiava il mondo in maniera incredibile. Le affiancarono un insegnante di sostegno per aiutarla con il tedesco. Non erano in grado di capire se le sue fossero difficoltà linguistiche o cognitive, la consideravano una menomata in tutto. Le fecero superare le classi per compassione.

Tempo un anno e diventò una donna. Fu un cambiamento prima impercettibile, poi repentino: il grosso avvenne nel giro di un paio di mesi. «Devi comprarmi degli assorbenti» mi disse. Saperla chiusa in bagno ad armeggiare con certe cose mi metteva a disagio.

La fissavo: il viso di una bellezza sfolgorante, il corpo tutto, sinuoso e ambiguo, stondato e mancante. Levava il respiro. L’avrei sbranata.

La portavo con me alle mostre, mi accompagnava alle aste. Vedevo le reazioni della gente. Aveva il martirio scritto da tutte le parti. Il contrasto con la sua bellezza era da perdere la testa. Gli uomini la guardavano in continuazione, con un ammaliamento decadente che mi faceva una rabbia da prenderli a manate.

Ricominciai a bere di più, giusto qualche bicchiere di vantaggio per calmarmi l’avvelenamento. L’idea che prima o poi si sarebbe innamorata di un ragazzotto qualunque era intollerabile. Vivevo in bilico tra il senso di colpa e il terrore, avevo voglia di scappare.



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