L'ultima eclissi by James Rollins & Paolo Scopacasa

autore:James Rollins & Paolo Scopacasa [Rollins, James & Scopacasa, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Literature & Fiction, Genre Fiction, Action & Adventure, Mystery; Thriller & Suspense, Thrillers, Suspense, Foreign Languages, Italian, Thriller, Foreign Language Fiction
Amazon: B007CHIQZK
editore: Casa Editrice Nord
pubblicato: 2012-03-14T23:00:00+00:00

Jack si avvicinò allo schermo. « È

come quel vecchio gioco

per bambini, in cui bisognava trovare le differenze tra due disegni. »

« Nella prima figura c’è un occhio, nella seconda no », disse

Miyuki.

Jack annuì. « E la prima figura sorregge due sfere, l’altra soltanto una.

»

Lanciò un’occhiata a Karen.

Ancora una volta, lei fu colpita dalla lucentezza dei suoi occhi

azzurri. Dovevano per forza essere lenti a contatto, nessuno aveva occhi

così azzurri! « Il resto è uguale », disse l’antropologa,

schiarendosi la voce.

« Allora qual è il verdetto? Sono abbastanza diversi da essere

considerati due simboli distinti? » chiese lui.

Karen si avvicinò di più al monitor, sfiorando la spalla di Jack

con la sua. Lui non si spostò, anzi chinò la testa per avvicinarsi a

lei. Entrambi erano concentrati sullo schermo. « Io riterrei insignificanti

gli occhi, ma non la differenza nel numero di oggetti

che la figura tiene nella mano sollevata », disse l’antropologa.

« Penso che questa discrepanza sia abbastanza significativa per non

ritenere unico il simbolo. Negli ultimi giorni, ne abbiamo

scoperti altri in cui il numero era determinante: il numero di braccia di

una stella di mare, il numero di pesci nella bocca di un pellicano. Penso

che questo sia uno di quei simboli numerici. Anche

se i due si assomigliano, sono due simboli distinti. »

Jack annuì, soddisfatto della sua risposta. « Gabriel, per cortesia,

classifica la figura 40A e la figura 40B come simboli distinti. »

« Fatto. Procediamo con le figure 41A e 41B? »

Karen gemette. « Non so voi, ma io sto morendo di fame e mi

fanno male gli occhi. Che ne dite di un paio d’ore di riposo? »

« Non mi farebbe male », disse Jack. « L’ultima volta che ho

mangiato ero ancora in aereo. »

Mentre lui si stiracchiava, Karen cercò di non fare caso all’ampiezza

delle sue spalle né ai muscoli del collo che si gonfiavano. « Conosco un

ristorante a pochi isolati da qui, con la cucina

tailandese migliore della zona. »

« Mi sembra una buona idea. Più piccante è, meglio è.»

« Da mandare la lingua in fiamme, te lo assicuro. »

« Proprio come piace a me. »

Miyuki si alzò e fece come per scacciarli. « Andateci voi due.

Io voglio provare una cosa con Gabriel. »

« Sei sicura? » chiese Karen.

Miyuki annuì, seguendo con lo sguardo la figura dell’alto

americano che si stava alzando. Quando Jack le voltò le spalle,

la scienziata giapponese strizzò l’occhio all’amica. « Sì, sono sicura »,

le disse con un sorrisetto.

La canadese arrossì. Era così palese che era attratta da Jack?

Assunse un’espressione costernata, come a rimproverare Miyuki,

ma ottenne solo che l’amica dovette soffocare una risata.

« E poi io ho appena mangiato al tailandese », disse Miyuki a

voce più alta. « Tu invece non ci vai da un sacco di mesi... »

A Karen non sfuggì il doppio senso e arrossì ancora di più.

Lanciò un’occhiata torva all’amica, mentre Jack, che era già sulla

soglia, chiedeva: « Vuoi che ti portiamo qualcosa, Miyuki? »

« No, sono a posto. Non sono io quella affamata, ma è meglio

che tu dia subito qualcosa a Karen. »

L’antropologa colpì per gioco l’amica, sussurrandole: « Sei

così perversa! »

« E tu sei cotta.

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