L’educazione sentimentale di Eugenio Licitra by Francesco Recami

autore:Francesco Recami [Recami, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sellerio editore Palermo
pubblicato: 2021-11-26T23:00:00+00:00

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Quella sera cominciò a nevicare, prima un nevischio leggero, poi larghe falde. Scendevano morbidamente e attaccavano per terra senza sciogliersi, visto che era molto freddo. Il Ragazzo in Sicilia la neve l’aveva vista raramente, per non dire mai, e la guardava cadere, incantato, dalla finestra di camera sua. Poi si spostò nella camera di Loris, dalla quale si poteva vedere la strada. Dopo qualche minuto il manto era già tutto bianco e compatto e via IX Febbraio si era fatta deserta. Una bellezza, erano le cinque e mezzo, il lampione evanescente illuminava la neve cadente dal di sotto e dal di sopra, insomma c’era un’atmosfera di sogno, idilliaca, fuori dalle coordinate consuete del tempo e dello spazio.

Il Ragazzo indossò il suo soprabito attillato e striminzito, fuori moda, che tanti motteggi gli era costato in Facoltà, ma aveva solo quello, avrebbe voluto ci fosse Loris per andare fuori a godersi insieme la neve. Il Saggio era come al solito in camera sua ma non era il caso di scomodarlo. Quindi se ne uscì da solo. Via IX Febbraio era illuminata da quel lampione, si mise a guardare verso il cielo i fiocchi controluce, provò un’intensa sensazione di felicità, nonostante il freddo pungente. Improvvisamente gli arrivò fra capo e collo, nel vero senso della parola, una quantità di neve che lo raggelò, entrandogli dentro il bavero cominciò a sciogliersi, gelandogli la nuca e le orecchie. Erano i soliti stronzi, amici di D.? O qualche bambino in vena di scherzi? La poesia dell’attimo era di colpo svanita... scrollandosi la neve di dosso il Ragazzo si guardò intorno, lì per lì non vide nessuno, quei maledetti si erano nascosti, ora sarebbero usciti allo scoperto e lo avrebbero bersagliato, ma lui...

Nella semioscurità, sul marciapiede c’era una figura umana, una sola, e non sembrava un amico di D. Sembrava piuttosto una ragazza, anche se era infagottata dentro un corto montgomery rosso, col cappuccio tirato sulla testa, che era già coperta da un cappello di lana spessa fatto a maglia, e da una sciarpa. Il Ragazzo ebbe per un istante la sensazione di riconoscere quella ragazza quando pum, lo colpì un’altra pallata in faccia. Ma... come...

Raccolse una manciata di neve dal tetto di una 128 posteggiata proprio lì, si mise a caccia, ma la figura era scomparsa. Chi era? Dov’era? Gli arrivò un’altra pallata sulla testa.

L’ombra svicolò, ma lui ormai aveva capito dove si nascondeva, la seguì, girò l’angolo, ormai non poteva più nascondersi, e... pum, un’altra pallata gli fu scagliata in fronte da distanza ravvicinata. Ma a questo punto anche lui lasciò partire il suo proiettile, cogliendo il cecchino sulla testa, sul cappello di lana, sugli zigomi, sulle gote rosse.

E quando il Ragazzo ebbe la conferma che quella faccia con gli occhi spiritati apparteneva a Lei, fu prossimo a cadere svenuto. Era Lei, era stata Lei a lanciargli le palle di neve...

Al giovane parve di sentire una musica, una canzone che faceva così:

Vorrei incontrarti fuori i cancelli di una fabbricaaaa

vorrei incontrarti lungo le strade che portano in Indiaaaa

vorrei incontrarti, ma non so cosa fareiiii

forse di gioia, io di colpo piangereiii.

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