L’ultimo canto di Orfeo by Robert Silverberg

autore:Robert Silverberg [Silverberg, Robert]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788825415117
editore: DelosDigital
pubblicato: 2021-02-15T23:00:00+00:00

Oltre quello stretto se ne trova un altro più grande, il Bosforo, quello stretto tratto di acque veloci che ci avrebbe portato nel Mar Eusino. Ma la leggenda diceva che all’estremità superiore del Bosforo la via era sbarrata dalle Simplegadi, due isole galleggianti in costante movimento. Quando – così si diceva – qualsiasi nave iniziava a entrare nel passaggio, le rocce si sarebbero incontrate come se fossero state dotate di malizia, schiacciando e frantumando lo scafo sventurato che stava passando tra di esse. La speranza di re Pelia era che quello sarebbe stato il destino della nave di Giasone e dei suoi compagni, facendo così cessare qualsivoglia minaccia Giasone potesse costituire per il suo regno; e così aveva costretto Giasone a prendere la rotta marina per la Colchide, sapendo che doveva inevitabilmente finire tra le Simplegadi.

Molti dei nostri argonauti credevano nei miracoli e non dubitarono mai che l’Argo avrebbe raggiunto la Colchide sana e salva o che il Vello d’oro sarebbe finito prontamente nelle mani di Giasone, e non pensarono molto alle difficoltà costituite da queste rocce. – Puoi incantarle per farle stare ferme mentre passiamo? – più d’uno di essi mi chiese. Io mi limitai a sorridere. Sapevo cosa non potevo compiere, e non c’era modo che i suoni della mia lira potessero impedire a quelle enormi rocce di muoversi come desideravano sul seno delle acque agitate. Ma Giasone, con tutto il suo valore, era un uomo pensieroso e preoccupato, e nonostante si fosse costretto a non pensare alle Simplegadi nei primi giorni del nostro viaggio, adesso cominciava a chiedersi abbastanza apertamente quali possibilità avessimo di sopravvivere a quel pauroso passaggio.

Fu il nostro astuto timoniere Tifi a metterci l’anima in pace. Indicando davanti a noi la costa della Tracia, disse con calma: – Davanti a noi si trova Salmidesso, il cui re è Fineo, figlio di Agenore. Lui conosce il segreto delle rocce e ci dirà come portarci sani e salvi oltre le loro fauci.

La terra di quel re infelice si trovava sulla costa occidentale del Bosforo, vicina alle acque, non molto distante dalla bocca dell’Ellesponto. Era stato un regno prospero, un tempo, e Fineo, aspirando alla saggezza degli dèi, era stato pertanto dotato da Zeus del dono della profezia. Ma ne aveva seriamente abusato, condividendo ampiamente, in modo imprudente, le confidenze che il Grande Padre gli aveva offerto, senza tatto, né pensando alle conseguenze, e alla fine venne colpito da una terribile punizione. Gli era stato consentito di vivere fino alla vecchiaia, ma la sua vista e la sua forza gli erano state tolte, e il cibo gli era divenuto privo di qualunque sapore, cosicché non poteva mangiare quasi nulla. Gli mettevano davanti uno splendido piatto dopo l’altro, ma dopo un bocconcino o due Fineo si voltava, tremando e facendo cenno di portare via il cibo, e pertanto nel pieno della sua maturità era diventato una cosa flebile, avvizzita, tremante e ingiallita, più morta che viva, e girava traballando con l’aiuto di un bastone contorto e nodoso.

Fineo era

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