La Cina di oggi in otto parole by Beatrice Gallelli;

autore:Beatrice, Gallelli; [Gallelli, Beatrice ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Universale Paperbacks il Mulino
ISBN: 9788815367389
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2021-08-15T00:00:00+00:00

Il «welfare»: le sfide del sistema sanitario e di quello pensionistico

Come già messo in luce nell’analisi del concetto di «sviluppo», durante il periodo maoista l’istituzione di un sistema di welfare era obiettivo subordinato alla costruzione di un’economia socialista. La ratio, adottata anche nel periodo postmaoista, vedeva nell’accelerazione della produzione lo strumento più adatto per migliorare le condizioni della popolazione e alleviare la povertà, anche delle fasce più in difficoltà. Infatti, solo una volta raggiunto un certo livello di sviluppo economico l’élite politica ha iniziato a interessarsi a problematiche strettamente sociali.

Nei primi decenni della Rpc, l’adozione di una strategia di sviluppo incentrata sull’industria pesante aveva dato preminenza alle zone urbane, creando un profondo divario tra città e campagna anche in termini di sviluppo dei servizi di welfare. Ciononostante, seppur con scarsi sussidi statali, l’organizzazione collettiva della produzione agricola aveva portato alla creazione di un servizio sanitario e un sistema scolastico di base. Un elemento distintivo ed esempio illustrativo della natura «comunitaria» del sistema sanitario rurale nel periodo maoista erano i cosiddetti «medici scalzi» istituiti durante la Rivoluzione culturale, un corpo di paramedici che avevano ricevuto un’istruzione medica di base e che svolsero un ruolo importante nelle attività di sanità preventiva.

A partire dagli anni Ottanta, in linea con una diffusa fiducia nei confronti del mercato come migliore allocatore delle risorse condivisa dalle istituzioni finanziarie internazionali e da figure chiave del panorama politico internazionale dell’epoca, il governo cinese sancì il suo disimpegno dal settore sociale, incluso il sistema sanitario. Con riferimento a quest’ultimo, in particolare, la riforma del 1985 attribuì agli istituti ospedalieri autonomia finanziaria sia in termini di gestione dei profitti generati attraverso le prestazioni sanitarie sia di eventuali deficit, attuando una privatizzazione di fatto, anche se non di nome, del settore sanitario[41]. Come conseguenza diretta di tale riforma, venne meno la sanità preventiva tipica del periodo maoista con un incremento di quella curativa perché più redditizia, il che, a sua volta, innescò un incremento vertiginoso dei casi di impoverimento per malattia.

A partire dal primo decennio del nuovo millennio, l’obiettivo di costruire una società armoniosa si è concretizzato in un maggiore impegno da parte del governo in termini di allocazione delle risorse finanziarie per lo sviluppo e l’espansione dell’istruzione obbligatoria e di assicurazioni sanitarie sovvenzionate dallo Stato nelle zone rurali. Schemi assicurativi sanitari avevano interessato le zone urbane già verso la fine degli anni Novanta e, a partire dal 2007, sono stati estesi anche alle zone rurali[42]. Nonostante i miglioramenti sensibili, però, le spese sostenute direttamente dall’utente, note in letteratura come out of pocket, sono ancora notevoli, sicché l’impoverimento per malattia è un’ipotesi nient’affatto remota, specie nelle campagne[43].

In anni più recenti, è stato avviato il percorso di integrazione delle assicurazioni sanitarie urbane con quelle rurali, ma il processo è ancora in una fase di sperimentazione. Nel 2016 le autorità hanno lanciato il programma Healthy China 2030 che attribuisce grande importanza alla salute pubblica quale «condizione necessaria» (jiben tiaojian) per lo sviluppo economico e sociale, e pone al centro la sanità preventiva, segnando il passaggio da un approccio incentrato sulla malattia a uno focalizzato sulla salute[44].

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