La casa estrema by Henry Beston

La casa estrema by Henry Beston

autore:Henry Beston [Beston, Henry]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2018-05-21T09:55:26+00:00


II

Verso la metà di dicembre ho cominciato ad assistere a buffi battibecchi fra uccelli marini e terrestri della regione a ovest delle dune. Poiché sulle colline il cibo iniziava a scarseggiare, corvi, colini e storni cominciavano a interessarsi al mare e agli acquitrini e i gabbiani si spingevano a esplorare le brughiere e andavano ad appollaiarsi sui rami più alti dei pini nell’interno. Joe Cobb mi ha raccontato che un gabbiano vecchio e saggio aveva scoperto che nel suo pollaio, sulla sponda ovest della grande palude, c’era sempre da mangiare e così ogni mattina si staccava dalle migliaia di compagni che sorvolavano il gelido oceano e si intrufolava in mezzo alle galline. Beccava i chicchi come un volatile da cortile per placare i morsi della fame, ma non si rimpinzava mai. Dubito che i gabbiani lo facciano. Dopo essere stato una presenza costante nel pollaio di Cobb per diversi inverni, una primavera è sparito e nessuno l’ha mai più visto. Probabilmente aveva portato a termine i giorni che la vita gli aveva concesso.

Voglio soffermarmi un attimo a riflettere su quanto poco sappiamo sulla durata della vita degli animali selvatici. Solo esistenze eccezionalmente lunghe o eccezionalmente brevi paiono attrarre l’attenzione dell’uomo. Se apro un qualunque trattato di ornitologia, trovo elenchi dettagliatissimi di caratteristiche fisiche e abitudini varie e neppure una parola sull’aspettativa di vita. Capisco che raccogliere questo tipo di informazioni sia alquanto arduo e forse è folle anche solo pensarlo, ma sarebbe bello se venisse rivolta maggiore attenzione a questo aspetto trascurato dell’esistenza animale.

Nel corso dell’estate non ho mai visto storni, ma adesso che è giunto l’inverno abbandonano le colline e si avventurano lungo le dune. Sono voli di esplorazione assai rari. Li ho visti sorvolare gli acquitrini, li ho visti appollaiati sulla tenda di alcuni campeggiatori, ma sulla spiaggia non li ho mai incontrati. I corvi sono tutta un’altra storia: scandagliano in cerca di cibo tutto ciò che è promettente e durante l’estate li ho visti sulla spiaggia in quattro o cinque diverse occasioni, quasi sempre nelle prime ore del mattino.

Un tiepido pomeriggio di ottobre guardando verso la palude mi è caduto l’occhio su una schermaglia fra due gabbiani e un corvo. Litigavano per qualche bocconcino di mare che il corvo aveva raccolto ed era uno spettacolo molto pittoresco: i gabbiani battevano le grandi ali argentate intorno al corvo per chiuderlo in trappola e quello sembrava un demonio in lotta con gli angeli in una litografia antica. Alla fine uno dei gabbiani è riuscito a strappargli il boccone ambito, si è spostato un po’ più in là e se l’è pappato, lasciando il corvo e l’altro gabbiano a bocca asciutta. L’inverno e la necessità costringono i corvi a rastrellare la spiaggia in cerca di tesori. Scendono quando la marea è bassa e il tempo è mite, si aggirano cauti e appena arriva qualcuno tornano alle loro colline. Alla vista dei gabbiani si spaventano e volano via gracchiando, le grandi ali scure che battono l’aria salmastra. Sono le creature più



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