La mela è pronta e altri racconti by Vittorino Andreoli

autore:Vittorino Andreoli [Andreoli, Vittorino]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2012-04-11T22:00:00+00:00

IN UN CONDOMINIO DI CITTÀ

Era una famiglia normale. Assomigliava a tutte quelle che abitavano nello stesso condominio di via venti settembre quarantatré. Ed erano molte. Forse cinquanta. Probabilmente un centinaio, se si considera che al pianerottolo dell’ottavo piano si contavano nove porte d’ingresso.

Paolo conosceva solo la sua casa. Ma era come fosse stato in tutte le altre. Misteriose, ma perfettamente simili. Ognuna aveva tre camere, un piccolo ingresso, un bel bagno in cui trovava posto comodamente la lavabiancheria, una cucina dove era possibile consumare i pasti.

Vi era anche un poggiolo che guardava sul traffico e da dove si aveva l’impressione di essere appesi al vuoto sopra un intrecciarsi di auto, camion, gente. Un mondo lontano, in miniatura, che sembrava muoversi senza senso, preso da uno stato di agitazione sempre più intenso. Forse un movimento di fuga. Forse di paura. Forse una maschera dell’esistenza ridotta a puro movimento.

Paolo sostava spesso su quel poggiolo. Quando i suoi pensieri correvano troppo e troppo confusamente, allora li calava come burattini appesi a tanti fili nel traffico, fino a perderli nella grande confusione della strada capace di sommergere quella di ogni individuo. Qui il dramma singolo diventa commedia, la paura gioco, il lamento si fa silenzio.

Paolo era affascinato da quel rettangolo di cemento. Il tempo sembrava qui scorrere più veloce. Come su una mongolfiera, condotta dal desiderio e dalla curiosità, Paolo passava sopra quel mondo lontano, in un’esplorazione dell’ignoto. Talora bloccava il suo sguardo al portone d’ingresso dell’edificio, che da lassù appariva come un pertugio di topi. Guardava chi entrava, quelli che uscivano. Un misterioso va e vieni di giovani, vecchi, adulti, bambini. Tutti sconosciuti e tutti già visti. Tanto più misteriosi quanto più erano stati notati.

Varcato quel portone tutto sembrava ordinarsi, magicamente. Le coppie si muovevano come in una danza ordinata. I bambini si tenevano per mano come angeli. La rabbia si rivestiva di sorriso e di gentilezza. Ognuno, uscendo, salutava chi stava per entrare. Spesso una coppia si fermava sul sorriso di un’altra e parlavano del tempo. Di quell’autunno così precoce, delle perturbazioni provenienti dall’Atlantico meridionale, del sole che perde ogni giorno d’energia. Si stringevano la mano. Seguivano i reciproci passi di commiato con lo sguardo carico di sorrisi e di arrivederci.

Anche i suoi genitori sentivano l’influsso del portone e l’effetto della strada. Su quel palcoscenico tutto scorreva senza relazione alcuna con quanto avveniva all’interno dell’abitazione. Una commedia differente. Persino i costumi cambiavano. Quelli della strada venivano subito sostituiti da altri meno eleganti. Le scarpe diventavano ciabatte. Gli abiti si trasformavano in tute sgualcite e senza forma. Una vera metamorfosi. In casa ognuno sembrava appassire. Anche la voce si trasformava: si faceva muta o di gigante. Dal silenzio alle urla. Per lo più la voce si sostituiva con gli sguardi che lanciavano misteriosi messaggi di condanna, forse anche di morte. Tutti si guardavano in volto e fuggivano nel silenzio.

Paolo scappava spesso sul poggiolo, portando con sé colpe confuse, paure misteriose. Le calava nel traffico, disperdendole talora sul portone tra chi entrava e coloro che invece uscivano.

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