La via per l'Oxiana by Robert Byron

La via per l'Oxiana by Robert Byron

autore:Robert Byron [Byron, Robert]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa di viaggio
ISBN: 88-459-1574-3
editore: Adelphi
pubblicato: 2000-03-14T23:00:00+00:00


Pieno d’entusiasmo per questa serie di rivelazioni, sono disceso perigliosamente dal tetto. I qashqai ci avevano preparato il tè e un vecchio ha portato gentilmente punteruolo e filo per riparare la traversa delle mie bisacce. Un giovanotto, che aveva detto di conoscere il sentiero che saliva al Qa-la-ye-Dukhtar, era andato avanti e ci aspettava nel passaggio rupestre. Ci ha chiamati dall’alto mentre arrivavamo a cavallo. L’ascensione è stata brutta, ma meno difficile di quanto sembrava.

Visto da tergo, il castello sorge su un promontorio ed è difeso su tre lati dai precipizi, che scendono quasi a filo dei muri esterni. L’ultimo tratto dell’ascensione passava per una sella che unisce il promontorio alla parete rocciosa. Questa conduce alla parte posteriore dell’edificio, rivolta a nord, un bastione possente privo di porte e finestre, ricurvo come se contenesse uno stadio. È sostenuto da contrafforti alti e sottili, assai ravvicinati e collegati in alto da archi tondi.

Muovendomi cautamente intorno al muro, perché tirava un forte vento, sono arrivato alla sala centrale.

Il castello è costruito su tre livelli. Dal basso, nella gola, è visibile l’apertura nera di un arco che dà accesso al piano interrato, sul lato est. Non ci sono potuto arrivare, perché la rampa a spirale che conduce giù era interrotta e non avevo nessuna voglia di scendere dall’esterno. Le rampe sono due, all’interno di torrette quadrangolari, e originariamente conducevano dalla parte inferiore dell’edificio, passando per gli angoli orientali della sala in cui mi trovavo, fino al terzo livello.

Nella forma complessiva, questa sala assomiglia a quelle del palazzo di Ardeshir, poiché è quadrata e regge una volta circolare su pennacchi. Il rivestimento di gesso è cosparso di fori di pallottole; a parte ciò è in ottimo stato ma è privo di ornamenti. Tre archi larghi a tutto sesto si aprono all’esterno su tre delle pareti, mentre l’arco della parete nord è stato murato e stuccato. Il profilo è però evidente.

Questa parete si trova sul lato della sala rivolto in direzione opposta alla gola, ed è incluso nel bastione curvo posteriore. A questo punto si è presentato un mistero. Fra la sala e il bastione c’è un’ampia zona il cui unico accesso pare esser stato l’arco ora murato, oppure un passaggio nascosto scavato nella roccia sottostante. Non sono riuscito a scorgerne nessuna traccia dall’esterno. Forse c’è un passaggio dal piano interrato, ma credo di no. Mi sono accorto infatti che anche altri avevano notato questo mistero e avevano scavato per lunghi tratti nel muro, ai due lati dell’arco, cercando di penetrare nella zona murata, e non l’avrebbero fatto senza una buona ragione. La più lunga delle gallerie era di sei metri, e non aveva sbocco.

L’arco dirimpetto, nel lato sud, si apre su una piattaforma erbosa stretta fra alte pareti, che arrivano sull’orlo della gola una ventina di metri più in là.

Queste pareti, come si può vedere dalla sommità semicircolare della parete arretrata, reggevano una volta a botte di una dozzina di metri di diametro. La quarta parete è sempre stata aperta. Dunque il Qa-la-ye-Dukhtar di



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