Manuale dei diritti fondamentali by Micol AA.VV

autore:Micol AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

ANTONIO IAVARONE

La ricerca è il nostro futuro

(2010)

Art. 13 Carta dei Diritti Fondamentali UE Libertà delle arti e delle scienze.

“Le arti e la ricerca scientifica sono libere. La libertà accademica è rispettata.”

Purtroppo, l’Italia rappresenta un’eccezione negativa nel mondo occidentale, a causa della profonda differenza tra il suo sistema della ricerca e quello degli altri Paesi. La caratteristica fondamentale di tale differenza è che in Italia non esistono centri di ricerca scientifica in grado di competere ai massimi livelli mondiali. Il risultato di tutto ciò è l’incapacità da parte del nostro Paese di attrarre i migliori scienziati del mondo nei vari campi di ricerca, indipendentemente dalla loro nazionalità. Nei Paesi con solide tradizioni scientifiche, questo rappresenta il parametro cruciale per valutare il successo delle iniziative strutturali intraprese. Infatti, piuttosto che l’inutile e sbagliata commiserazione giornalistica, così frequente in Italia, sul tema della cosiddetta “fuga dei cervelli”, il concetto che spiega gli effetti benefici del movimento degli scienziati è quello della circolazione dei cervelli (brain circulation). Questo termine indica il ciclo di migrazioni intellettuali dei migliori scienziati da un Paese all’altro, in un sistema in cui si compete per l’eccellenza. È interesse di un Paese fertile attrarre i migliori scienziati dall’estero allo scopo di trasferire le conoscenze e le esperienze maturate. È documentato che la penetrazione scientifica di ricercatori provenienti da istituzioni prestigiose, per esempio attraverso la creazione di nuovi istituti di ricerca competitivi, ha un effetto di traino su molteplici attività locali, con conseguenze virtuose per la sfera industriale e occupazionale delle aree in cui vengono impiantate queste strutture. Tutto questo, a sua volta, attrae altri validi scienziati, poiché l’interesse dei migliori ricercatori è lavorare in istituti e centri di ricerca dove lavorano già colleghi di alto valore, con i quali contano di interagire scientificamente per stabilire fertili collaborazioni. Pertanto, il movimento di capitale umano di massima qualità mondiale produce l’incremento secondario di un flusso di studenti, giovani ricercatori e altri professori, che a sua volta genera un circolo virtuoso capace di conferire vantaggi significativi ai Paesi ospiti nella competizione internazionale.

Mentre in Italia essenzialmente non esistono realtà capaci di promuovere la brain circulation attraverso l’importazione dei migliori cervelli (italiani e non) dall’estero, lo stesso non può dirsi per altri Paesi, che una volta si collocavano dietro al nostro per le opportunità che potevano offrire nella competizione scientifica internazionale e oggi invece sono di gran lunga più attraenti. Purtroppo, indipendentemente dalla maggioranza politica che li componeva, i governi italiani hanno preferito perseguire programmi inutili e di breve respiro, i cui risultati potessero essere preventivamente pubblicizzati.

Una ricerca biomedica condotta ai massimi livelli mondiali, per esempio, è un volano moltiplicatore di ricchezza e le (ingenti) risorse finanziarie occorrenti a tal fine dovrebbero essere considerate investimenti di lungo periodo necessari per il futuro e il benessere del Paese. Qualunque osservatore estraneo al sistema italiano è costretto ad ammettere che la promozione della ricerca biomedica in Italia non può avvalersi dei canali e delle strutture tradizionali quali le università, perché sono generalmente governate da personale inadeguato e con criteri che nulla hanno a che fare con la meritocrazia.

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