Meglio morto by Andrew Child Lee Child

autore:Andrew Child Lee Child [Lee Child, Andrew Child]
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: Thriller & Suspense
ISBN: 9788830459946
editore: Longanesi
pubblicato: 2022-05-07T22:00:00+00:00

30

Picchiettai il cilindro. «Questa roba ti rende cieco, giusto? Conservare la vista, questa sì che mi sembra una cosa per cui valga la pena farlo.»

Lui scosse la testa. «Avevo un amico. Abbiamo lavorato insieme per cinque anni. Per Dendoncker. Il mio amico era solito andare da Walmart una volta al mese. Il più vicino è, tipo, a centocinquanta chilometri. Lì hanno una bevanda speciale che gli piaceva. Chai, la chiamava. Viene dall’India. Dendoncker lo trovava un comportamento sospetto. Così lo ha fatto pedinare. L’uomo che lo seguiva in negozio ha intravisto nello stesso momento un tizio che poteva sembrare un federale.»

«In che senso che poteva sembrare un federale?»

«Non era di certo un federale, però avrebbe potuto esserlo. A Dendoncker è bastato. In quel periodo stava cercando di vendere una partita di fucili di precisione .50 a un narcotrafficante messicano. C’è gran richiesta di quelle armi laggiù. Si fanno un sacco di soldi. L’acquirente voleva una dimostrazione prima di sganciare il denaro. Perciò Dendoncker ha preso il mio amico. Lo ha fatto legare a un palo a qualche centinaio di metri nel deserto. Nudo. Ha costretto il resto di noi a guardare con il binocolo. Il fucile ha funzionato alla perfezione. Il narcotrafficante era un tiratore eccezionale. Ha sparato una decina di colpi. Ha preso il mio amico alla gamba. Alla spalla. Lo ha ferito al fianco, vicino al ventre. Non era morto. Ma Dendoncker lo ha lasciato là. Un paio di giorni dopo ha mandato qualcuno a recuperare il corpo. L’ho visto. Mi è venuto da vomitare. Gli avevano mangiato gli occhi. I serpenti gli avevano morso i piedi e qualcos’altro gli aveva staccato grossi pezzi di carne dalle gambe. Credimi, in quel preciso istante ho giurato che non avrei mai permesso che mi succedesse una cosa del genere.»

Picchiettai il cilindro.

L’uomo cercò di girarsi verso di me. «Un’altra volta, Dendoncker stava vendendo mine. A un altro narcotrafficante. Stava costruendo un nuovo complesso gigantesco. Voleva fortificarlo. Anche lui aveva chiesto di vedere la merce all’opera. Per essere sicuro che funzionasse. Dendoncker ne ha fatte piantare alcune in un luogo remoto. Poi ha costretto un tizio, non riesco nemmeno a ricordare che cosa avesse fatto, a camminarci in mezzo. Ha resistito tre metri e poi ci è rimasto.»

«Quando avrò finito con Dendoncker, non sarà nelle condizioni di nuocere a nessuno. Questo è poco ma sicuro.» Picchiettai di nuovo il cilindro. «Ma questa roba? In questo spazio chiuso?»

L’uomo si chinò in avanti e sbatté la testa sul volante. Una. Due. Tre volte. «Non potrei dirtelo neanche se volessi. Non so dove sia Dendoncker. Non lo sa nessuno.»

«Che cosa sai?»

«Avevamo l’ordine di portarti alla casa. Qualcuno sarebbe venuto là a prenderti. Non ho idea di dove ti avrebbero portato. Va oltre le mie competenze.»

«Come avrebbero saputo di venirmi a prendere?»

«Avrei mandato un messaggio.»

«A quale numero?»

L’uomo sciorinò una serie di dieci cifre. Era un prefisso dell’Alaska. Presumibilmente un telefono prepagato, impiegato per nascondere la vera posizione.

«Che messaggio dovevi mandare? Le parole esatte.»

«Non ci sono parole esatte.

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