Mito by Jean-Pierre Vernant

Mito by Jean-Pierre Vernant

autore:Jean-Pierre Vernant [Vernant, Jean-Pierre]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Treccani
pubblicato: 2021-03-29T22:00:00+00:00


C) MITO E STORIA LETTERARIA: LA FILOLOGIA STORICA

In opposizione a queste due correnti le quali, dischiudendo gli studi greci tradizionali ad altre discipline come la linguistica e l’antropologia e ampliandone l’orizzonte ad altre culture, rinnovavano, ciascuna a suo modo e con i suoi limiti, lo studio del mito, la nuova scuola storico-filologica tedesca segna, nel corso di questa stessa svolta della fine dell’Ottocento e degli inizi del Novecento, il ripiegarsi della filologia su se stessa e la sua volontà di confiscare gli studi di mitologia classica. Mentre ha contribuito a raccogliere la documentazione in strumenti di lavoro ancora oggi indispensabili, questa scuola ha imposto, nella sua presentazione dei fatti, una visione generale e una metodologia così angustamente positivistiche che i problemi fondamentali del mito, nel caso greco, si sono trovati messi tra parentesi. Uno dei capigruppo della scuola, O. Gruppe, ne ha chiaramente definito lo spirito e le tecniche (Gruppe, 1921). Il metodo è storico e genetico; esso mira a stabilire, con la filologia e la cronografia, l’esatto stato civile di un mito, la sua origine e la sua carriera: donde viene, dove è apparso, quando si è costituito, quali forme successive ha rivestito, che cosa si può sapere della sua prima versione documentata, quale dev’essere considerato il suo archetipo. L’onomastica svolge un ruolo di primo piano: è attorno ai nomi propri, attraverso le loro associazioni, la loro diffusione geografica, che si elaborano i miti. Per fissare il punto di partenza di un mito, di cui si seguirà poi il cammino di regione in regione, di città in città, di autore in autore, bisogna precisare sulla carta i luoghi in cui sono apparsi per la prima volta i nomi degli eroi e le epiclesi degli dei.

Una tale riduzione dell’analisi mitica alla ricerca cronologica e topografica conduce infine, con il ripudio di ogni specifica ricerca del senso, ad assimilare il mito alla storia. Se l’archetipo di un mito compare in un certo luogo, in un certo momento, si supporrà ch’esso traduca un certo evento storico: migrazioni di popoli, conflitti tra città, rovesciamenti di dinastie, ecc. Come caso limite, si cade nella spiegazione evemerista: «Uno dei risultati della ricerca nello studio delle religioni antiche dopo l’inizio del secolo» non esiterà ad affermare J. Bérard, «è stato quello di mettere in luce il sostrato di realtà storica che spesso soggiace alle leggende.» Ma tutto l’interesse del mito non deriva proprio dalla straordinaria distanza tra l’evento, che crediamo talvolta di poter situare alla sua origine, e il ciclo dei racconti così come ci sono pervenuti?

A un siffatto misconoscimento della specificità del mito è legato il secondo aspetto dei lavori della scuola filologica: l’analisi puramente letteraria dei testi. Le diverse versioni di un mito sono studiate in funzione del tipo letterario, del genere di opera, della personalità degli scrittori che le hanno utilizzate. Così in C. Robert l’interesse verte sull’elaborazione e la trasformazione dei miti nella letteratura e nell’arte. Al limite, la mitologia sembra rientrare nello stesso tipo d’analisi e appartenere allo stesso ordine di



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