Non sono una signora by Anna Premoli

Non sono una signora by Anna Premoli

autore:Anna Premoli [Premoli, Anna]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton
pubblicato: 2021-10-29T22:00:00+00:00


Capitolo 13

Audrey

I miei polmoni sono talmente sotto stress che sono costretta a fermarmi per bloccare la sensazione di bruciore. Non è affatto piacevole, non che avessi dubbi in proposito.

«Ma non ti puoi fermare ogni cento metri!», mi riprende Laurel, saltellando sul posto accanto a me. È perfetta, non una goccia di sudore. Persino la sua coda non ha affatto ceduto di fronte alla forza di gravità ed è alta e splendida come sempre, mentre la mia ha già alzato bandiera bianca da tempo.

«Posso. Anzi, devo. Sto morendo», mi lamento con voce flebile, del tutto compromessa dalla corsa. «Ricordami, perché ti ho chiesto di farmi venire a correre con te?»

«Perché non vuoi morire giovane?», azzarda la mia amica atletica. In questo preciso istante tutti gli sportivi abituati alle maratone mi stanno profondamente antipatici, per non dire di peggio. Da tenere presente: tendo a diventare antipatica, quando mi sento soffocare.

«Buffo, perché a me pare di stare esattamente morendo. E pure in modo atroce», mi permetto di dissentire.

Laurel liquida la cosa con un gesto della mano; non mi pare per niente intenerita dal mio stato pietoso. «Ti ricordo che sono anni che cerco di convincerti a fare un po’ di attività fisica. Se avessi iniziato la prima volta che te l’ho suggerito, a quest’ora avresti potuto essere una campionessa olimpionica».

Le lancio un’occhiata. Ora sto un po’ esagerando. «Addirittura…».

«E va bene, non spariamole troppo grosse. Diciamo che magari saresti stata in grado di fare un giro del parco senza voler chiamare l’ambulanza a ogni curva», ride. «E a questo proposito, sono curiosa: come mai questa volta sei voluta venire? Un improvviso desiderio di darti alla vita sana?»

«Cielo, ovviamente no! Il mio concetto di vita sana consiste in una gara di birra», le ricordo.

«E in quello sei praticamente imbattibile».

«Certo, perché lì sì che ho alle spalle anni e anni di esercizi!». Ne vado molto fiera, nel caso ci fossero dubbi. «Oggi però mi sono alzata di cattivo umore, ho letto un demenziale articolo su come l’attività fisica stimoli le serotonine e aiuti il buonumore e ho voluto provare. Ora che ho provato, posso dire “no grazie”. Puoi cortesemente smetterla di saltare per due secondo che mi sta venendo anche il mal di mare a guardarti?», la scongiuro.

Laurel sbuffa ma si ferma. «E a cosa era dovuto questo tuo malumore?», vuole sapere.

«Non lo so. Non ne ho la più pallida idea».

Mi osserva di sbieco. «Non penserai mica che ci caschi…».

«Potresti cortesemente essere un po’ meno perspicace almeno per mezz’ora? Questo tuo sapere sempre tutto può essere fastidioso», le faccio notare piccata. Salvo pentirmene subito, perché non è di certo colpa della mia amica se sto covando malumore come una gallina coverebbe le uova. «Scusami, Laurel, non fare caso a quello che dico. Sono pessima. A quanto pare in tutto, persino con le mie amiche…».

«Tranquilla, lo so che non ce l’hai con me. Almeno spero», scherza facendomi l’occhiolino. «E a dispetto di tutto hai fatto bene a uscire a fare un po’ di moto con me. Facciamo così: niente corsa, camminiamo velocemente e basta», mi propone magnanima.



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