Quando papà dava i numeri by Louise Meriwether

autore:Louise Meriwether [Meriwether, Louise]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788869983559
Google: NDHjzwEACAAJ
editore: SUR
pubblicato: 2023-05-10T22:00:00+00:00

Seconda parte

I figli di Yoruba

8.

Aveva nevicato tutta la notte – la prima neve della stagione – e al mattino le strade erano un paese delle meraviglie, imbiancato e incantevole. Anche se odiavo il freddo, mentre andavamo a scuola io e Maude ci godemmo la freschezza della neve guardando i bambini che si prendevano a palle in testa.

A scuola non era cambiato granché. Durante le lezioni di matematica ci facevamo sempre gli affari nostri leggendo storielle oscene e fumetti sconci al posto dei True Romances. Io leggevo anche La capanna dello zio Tom della biblioteca, che mi faceva sentire nera e cattiva verso i bianchi. Luisa e Saralee erano state bocciate un’altra volta e continuavano a terrorizzare tutta la scuola.

Mentre tornavo a casa decisi di passare per il parco, tanto era una bella giornata, fredda ma non troppo. Gli alberi erano così immobili, così silenziosamente belli coi loro rami neri piegati da quella glassa spumosa, che quasi non mi accorsi che la neve che mi scrocchiava sotto i piedi mi aveva infradiciato i calzettoni e intorpidito le dita.

Il parco era talmente silenzioso da sembrare solenne. Era lo stesso anche per le strade, tutto pulito e ovattato da quella coltre bianca. Eppure sapevo che nel giro di qualche giorno la neve si sarebbe ammucchiata nei canali di scolo e i cani avrebbero alzato una zampa macchiandola di rivoli gialli, e l’immondizia e la cenere ci si sarebbero congelate dentro formando una grande montagna di sporcizia. Ma in quel momento era tutto fresco e scintillante.

Il silenzio fu rotto da una voce che chiamava il mio nome. Io alzai lo sguardo e davanti a me c’erano Luisa e Saralee.

«Non hai sentito che ti chiamavo?», chiese Saralee facendo una smorfia.

Io scossi la testa. Indossava diversi strati di maglioni e un paio di pantaloni violacei, ma non aveva il berretto. È vero, pensai. Assomiglia ogni giorno di più a un uomo. Di sicuro con quei capelli rossi era troppo brutta e nera per essere una femmina.

«Ti credi carina, eh?», disse Saralee.

«Macché», risposi io nervosa. «Lo so che sono brutta».

«Vieni qui che vediamo quanto sei brutta davvero», disse lei.

Luisa ridacchiò. Indossava una grossa pelliccia che sembrava un orso vivo, e io non riuscivo a capire perché una portoricana tanto carina bazzicasse quel maschiaccio di Saralee. Feci un passo avanti e nonostante il freddo sentii il sudore che mi si formava sotto le ascelle.

Saralee mi afferrò per il colletto e mi strappò la sciarpa dalla testa ispezionandomi da vicino. «Non sei poi così brutta», ghignò. Io mi divincolai e il suo sorriso si trasformò in un grugno.

«Gonfiala di botte e andiamocene», disse Luisa. «Ho freddo».

«Provaci e finirai sottoterra prima di gonfiare di botte qualcun altro», disse una voce. Era Sterling che si faceva strada verso di noi attraverso una distesa di neve che gli arrivava alle ginocchia. Gesù quanto ero felice di vederlo. Ci raggiunse e mi strappò dalle grinfie di Saralee.

«Devi essere fuori di testa per immischiarti così nei cazzi miei, negro», disse Saralee.

«La prossima volta che

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.