Quello che non si doveva dire by Enzo Biagi

Quello che non si doveva dire by Enzo Biagi

autore:Enzo Biagi [Biagi, Enzo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2011-10-26T22:00:00+00:00


NONO CAPITOLO

25 anni dalla strage di Bologna: il terrorismo protetto

Questo libro è pieno di «quello che non si doveva dire». Mentre con Loris lo stiamo scrivendo, abbiamo sostituito molti fatti con altri perché la sensazione è che, a distanza di tempo, non è che diventino meno importanti, ma vengono superati da altri eventi. Il 2 agosto del 2005, non fu data molta rilevanza ai venticinque anni dalla strage della stazione di Bologna: noi ne avremmo parlato, si sarebbero cercate persone da intervistare, sottolineando che si era trattato di una «strage fascista». E pensare che nella mia città alcuni esponenti di Alleanza nazionale hanno fatto più volte interpellanze in consiglio comunale per poter eliminare questa definizione.

Forse qualcuno non voleva che si ricordasse quel 2 agosto, forse quel periodo buio della nostra Italia che inizia da Portella della Ginestra, 1° maggio 1947, e si conclude a Milano in via Palestro, 27 luglio 1993, attraverso tredici stragi, centoquarantaquattro morti e seicentonovantotto feriti, va dimenticato.

Ho pensato alle vittime, alle famiglie colpite dal dolore, alla disperazione, alla vita spezzata di tanti bambini e alla paura che queste bombe hanno seminato tra la gente.

Poi le domande che tutti ci siamo posti: «Perché?», «Chi sono i mandanti?». La mancanza di risposte ha fatto crescere il dubbio sulla responsabilità degli apparati dello Stato, di governi e ministri che hanno insabbiato, che hanno nascosto, che forse hanno protetto. Noi avremmo raccontato.

Il 2 agosto del 1980 era un sabato, il primo sabato del mese. Il giorno precedente tutte le fabbriche avevano chiuso i battenti, iniziavano per la maggior parte degli italiani le vacanze. A Bologna le strade erano semivuote, su tanti negozi era appeso il cartello: «Chiuso per ferie». La solita afosità di una città che d’inverno è troppo fredda e d’estate troppo calda e toglie il respiro. Per tante persone i problemi della vita quotidiana venivano messi da parte. A settembre si sarebbe di nuovo parlato dell’inflazione al 22%, della Fiat che era ricorsa alla cassa integrazione e dei tre sindacati che minacciavano un autunno di scioperi.

In quel periodo teneva banco sui giornali e nei bar lo scandalo del calcio scommesse dove erano coinvolti alcuni campioni molto amati come Savoldi, Albertosi e Paolino Rossi.

Erano soprattutto gli «anni di piombo» e il 1980 aveva visto una lunga scia di sangue che era iniziata da gennaio con l’omicidio del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, un delitto di stampo mafioso anche se gli inquirenti non escludevano il movente politico. Mattarella era l’uomo del dialogo tra Dc e Pci. A Milano le Brigate rosse avevano massacrato tre poliziotti della Digos, mentre a Genova Prima Linea in un agguato aveva freddato il tenente colonnello dei carabinieri Emanuele Tuttobene e l’agente Antonio Cosu.

La violenza delle Br era inarrestabile: prima uccisero a Roma il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Vittorio Bachelet, poi di nuovo a Milano Walter Tobagi giornalista del Corriere della Sera, mentre i Nar colpirono a morte il sostituto procuratore della Repubblica Mario Amato che stava indagando sull’eversione nera.

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