Sono molte le cose umane by Benedetta Cibrario

Sono molte le cose umane by Benedetta Cibrario

autore:Benedetta Cibrario [Cibrario, Benedetta]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-07-05T12:00:00+00:00


10:30 am – 12:00 noon

Pimlico

Alle dieci e mezzo ha finito con Rose Spencer.

La lascia di solito in vestaglia o in tuta, con la faccia lucida di crema antirughe, seduta al computer che manda mail – ai figli, immagina Edna, a Ralph, che ogni quindici giorni passa a salutarla e a prendersi le camicie pulite, una gentilezza (incomprensibile e irritante, pensa Edna) che Rose ha conservato per lui, fargli lavare e stirare due settimane di camicie; segno che nella casa in cui abita, con Diana, a Notting Hill, si conduce una vita più elastica, e per elastica, pensa Edna, si intende senza stiratrice.

Con Sloane Square, la piazza in cui scende alle dieci e cinquanta, ha fatto un patto. Un giorno, quando avrà abbastanza soldi – ogni fine mese manda tutto quello che guadagna a casa, a Recife, stato di Pernambuco, perché i ragazzi possano continuare a studiare, Ana biologia e Tiago medicina –, si confonderà con la folla che entra ed esce dai negozi, andrà nel grande magazzino all’angolo con King’s Road e ci starà tutto il pomeriggio, perlustrando un piano dopo l’altro a partire dal seminterrato. Poi, intorno alle sei, si siederà a uno dei tavoli di Colbert, la brasserie accanto al Royal Court Theatre. Ordinerà qualcosa di raffinato, ostriche – non è sicura che ne valga la pena, ma vorrebbe provarle –, oppure salmone e pâté spalmato sui crostini, e guarderà la gente seduta come lei, che chiacchiera e beve prosecco o caffè americano, quelli che passeggiano e quelli che vanno a teatro, non è mai stata a teatro e le sembra una cosa da fare, almeno una volta, è il principio che ha seguito per tutta la vita, sperimentare, soprattutto non pensare mai di sentirsi fuori posto, che è la battuta di un film in bianco e nero che ha visto una volta in televisione, con Charles Boyer che dice a Jennifer Jones che nessuno dovrebbe mai sentirsi fuori posto, perché ognuno, in fondo, è al suo posto se è dove ha scelto di essere.

Non ricorda se ha mai pensato, da bambina, di voler fare l’attrice. A diciott’anni ha incontrato Carlos, a diciannove era già sposata e c’era Tiago che piangeva tutta la notte. Dormiva pochissimo, come lei. Poi è rimasta incinta di Ana, e allora ha smesso di dormire quasi del tutto. Anche Ana piangeva e dormiva poco, era come se a dormire avessero paura di perdersi qualcosa, i suoi figli – che cosa, poi, non si sa. Tiago dorme poco anche adesso, tre o quattro ore per notte, lavora e studia, è il più bravo del corso, pensa Edna con fierezza. Due settimane fa ha chiamato per dire che ha finito gli esami con una media altissima, se otterrà la borsa di studio sono soldi, non molti, ma sommati a quello che riceve da Edna significano: specializzazione. San Paolo o Rio, forse addirittura in Europa.

Edna cammina veloce, ma non è in ritardo. È diretta a un appartamento da scapolo, in Bloomfield Terrace. Robert Schutt, il suo



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