Tutta colpa dello stress by Gabriele Colombini

Tutta colpa dello stress by Gabriele Colombini

autore:Gabriele Colombini [Colombini, Gabriele]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2023-09-21T12:00:00+00:00


19-26 giugno 1999

L’ospedale San Raffaele per chi, come me, viene da una realtà medio-piccola di provincia, rappresenta un qualcosa di incredibile: una struttura immensa, architettonicamente pregevole, quasi lussuoso nel suo aspetto esteriore. Inimmaginabili i costi di gestione e la completezza delle strumentazioni a disposizione, senza parlare della competenza dei medici che ci lavorano. Questo non per fare una descrizione da dépliant dell’ospedale, ma per far capire che avvicinandomi al mio ingresso in quel gigantesco agglomerato di sale, corridoi, cemento e vetro, cerco di convincermi che là dentro sapranno cosa fare, sapranno come curarmi.

Il cugino di mia madre, che io chiamo zio Nino, mi incoraggia more solito ma non è che abbia una gran paura, sono molto più curioso che spaventato. A casa ho cercato di informarmi al meglio che potevo, ma la mia enciclopedia Fabbri degli anni Cinquanta certo non mi ha confortato sugli esiti della malattia, mentre l’enciclopedia medica mi ha lasciato più dubbi che certezze. Su internet guardo malvolentieri, si trova di tutto, da chi dice di essere guarito con diete strane a chi parla della sclerosi come di una malattia inventata dalle aziende farmaceutiche per vendere i medicinali. Sai che aiuto… La sorella di mia madre conosce praticamente tutti nella mia città e mi ha già proposto una serie di incontri con varie persone che hanno il mio stesso problema: a sentire lei stanno tutti benissimo, a parte quella che non ci vede più molto bene, l’altra che cammina ma ha bisogno di sedersi spesso, quella a cui trema il braccio… Io non so praticamente ancora nulla di questa faccenda, ma quel che so è che rifuggo l’idea di trovarmi in un ambiente come quello di cui ho già detto, nel quale ci si leccano le ferite e si parla di ciò che poteva essere e non è stato con l’amaro cinismo degli sconfitti.

Entrare in ospedale di sabato sera è quanto di più triste ci possa essere, specie a Milano, dove ti immagini che in una calda serata di giugno si scateni la vita notturna che tu hai visto solo nei film dei Vanzina. Vengo indirizzato in una camera doppia dove alloggia anche un vecchietto rachitico, probabilmente al secondo o terzo ictus che si lamenta tutta la notte chiamando l’infermiera e non facendomi chiudere occhio. La colpa non è solo sua: nella stanza accanto un altro grida in continuazione il nome di Berlusconi! Più che un reparto di Neurologia sembra di Psichiatria. E in realtà mi rendo conto che il confine tra le due branche, per certi aspetti, è labilissimo.

Se il sabato sera è triste entrare in ospedale, passarci la domenica senza vedere nessuno è un’esperienza inenarrabile: tv in camera non ce n’è, quella nello slargo del corridoio è inutile perché c’è continua confusione; di leggere libri non se ne parla, la noia della situazione toglie anche la voglia di leggere.

Il tempo non passa mai e l’improvvisa visita dello zio Nino con la moglie, data la scarsa confidenza che ho con loro, non interrompe più di tanto la monotonia del pomeriggio.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.