È una questione di design by Unknown

È una questione di design by Unknown

autore:Unknown
La lingua: eng
Format: epub
editore: Meltemi
pubblicato: 2023-06-27T10:00:43+00:00


Capitolo terzo

Design e moda

La lampada Arco, disegnata da Pier Giacomo e Achille Castiglioni nel 1962 per Flos, è uno degli oggetti di design più famosi al mondo254, il primo a cui è stata riconosciuta la tutela del diritto d’autore al pari di un’opera d’arte. Un’icona indiscussa, riconoscibile ovunque.

Durante l’esame di ammissione al corso di dottorato, mi fu chiesto di parlare del concetto di “segno” e a me sembrò che quella lampada fosse davvero perfetta per argomentare l’applicazione di questa nozione semiotica al design. Del resto, il lavoro dei fratelli Castiglioni si caratterizza per “un interesse raro per le piccole cose, di cui i due designer sembrano pensare che la vita sia fatta255” e, nei loro progetti, componenti anonimi vengono riletti, ricollocati in ready-made di design che hanno le sembianze di oggetti ritrovati e che sono il risultato prima di tutto di una riflessione sulle cose e sul loro significato. La lampada Arco sembrava fatta apposta per un discorso semiotico.

“Questa icona del design italiano”, raccontano Domitilla Dardi e Vanni Pasca, “realizza un desiderio ambizioso: ottenere una lampada a sospensione funzionale e scenica come un lampadario, ma senza ancoraggio a soffitto. Il riferimento diviene allora quello dell’aggetto dei lampioni stradali256”. Nasce così una lampada da terra che però ha le stesse caratteristiche di una lampada a sospensione e che coniuga la solidità del marmo, elemento simbolo di molta arte italiana, alla leggerezza e alla modernità del metallo.

Nel 2022 la lampada Arco ha compiuto sessant’anni e la Flos ne ha celebrato l’anniversario con una edizione limitata, prodotta in soli 2022 esemplari, acquistabile esclusivamente online e consegnata in una speciale cassa di legno esattamente come si fa per le opere d’arte. “Il visibile diventa invisibile257”, recitava il claim di presentazione, proprio perché nella Arco K quello che cambia è la base, realizzata non più in marmo, ma in cristallo. Un materiale usato nell’ottica per piccole superfici e che in questo caso, invece, è utilizzato in grandi dimensioni grazie all’uso di un macchinario costruito appositamente.

La presentazione del modello celebrativo è avvenuta durante un evento del Fuorisalone intitolato “See the stars again”, traduzione inglese del verso dantesco “E uscimmo a riveder le stelle258”. Una sorta di finale disvelamento, di compimento di un viaggio dentro un prodotto di design che in questa nuova versione costa quasi cinque volte il modello originale259.

Eppure a me quel blocco di marmo bianco venato piace veramente tanto. Mi piace che sia scultoreo, solido, opaco, mi piace il contrasto con il metallo. E ogni tanto mi siedo su quella base e resto ad osservare i pallini di luce che i fori della calotta proiettano sul soffitto. Le stelle in fondo la lampada Arco era in grado di proiettarle anche prima di rivestirsi di cristallo. Però alla fine, in questa versione celebrativa, è come se questa lampada, dopo tanta vita domestica, si sia vestita a festa per il ballo di gala a cui le vere principesse si presentano indossando scarpette di vetro. Ed è indubbiamente bellissima.

La fotografia scattata per l’occasione, con la lampada Arco



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