Accelerazione e alienazione by Hartmut Rosa

Accelerazione e alienazione by Hartmut Rosa

autore:Hartmut Rosa [Rosa, Hartmut]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 2015-08-29T16:00:00+00:00


Capitolo nono

L’accelerazione come nuova forma di totalitarismo

La tesi che vorrei qui sostenere è che l’accelerazione sociale è divenuta una forza totalitaria nella e della società moderna e che quindi dovrebbe essere sottoposta a critica come ogni forma di governo totalitario. Naturalmente non faccio mio, qui, il termine «totalitario» nel suo riferimento a un dittatore o a un gruppo, classe o partito politico; semmai, nella società tardomoderna, il potere totalitario rimane un principio astratto, ma che nondimeno sottomette tutti quelli che vivono sotto il suo governo. Direi che possiamo definire un potere totalitario quando a) esercita pressioni sulla volontà e le azioni dei soggetti, b) è impossibile sfuggirgli, ovvero tutti i soggetti sono sottoposti a esso, c) è onnipervasivo, cioè la sua influenza non è circoscritta a singole aree della vita sociale, ma a tutti i suoi aspetti e d) è difficile o quasi impossibile criticarlo e combatterlo.

Di certo chiamiamo «totalitario» un regime quando i suoi cittadini si svegliano nella notte col petto oppresso da una paura terribile, aspettando la fine imminente con il cuore in gola e i sudori freddi. Bene, possiamo essere abbastanza sicuri del fatto che molte piú persone si svegliano in piena notte con simili angosce nei paesi occidentali, cosiddetti liberi e sviluppati, di quanto accadesse nell’Iraq di Saddam Hussein o accada oggi nella Corea del Nord. Neppure le dittature piú brutali realizzano pienamente i punti b), c) e d). È sempre possibile che qualcuno resista, si opponga o almeno riesca a evadere ed eluda i servizi segreti dei tiranni, che almeno, quindi, non regolano proprio ogni aspetto della vita.

Con l’accelerazione sociale è diverso: come ho cercato di mostrare, praticamente non c’è aspetto della vita sociale che non sia toccato o trasformato dai dettami della velocità. La progressione dell’accelerazione sociale, trasformando il nostro regime spazio-temporale, può a buon diritto essere definita onnipervasiva e onninclusiva: essa esercita la sua pressione inducendo la paura permanente di poter perdere la battaglia e di non essere piú capaci di tenere il ritmo, ovvero di soddisfare in modo adeguato le richieste (sempre piú numerose) che ci si trova a fronteggiare; il timore, quindi, di aver bisogno di una pausa e di rimanere per questo esclusi dalla gara. O, per chi è disoccupato o malato, la preoccupazione di non riuscire piú a rientrare in gara, di essere già rimasti indietro. Se quelli ben equipaggiati e che partono da posizioni privilegiate devono correre piú in fretta che possono e investire tutte le loro energie per restare in gara, è persino ragionevole che chi parte da posizioni svantaggiate neppure provi a raggiungerli: abbiamo qui il nuovo gruppo degli esclusi a termine, del cosiddetto «precariato».

Il punto centrale del mio approccio critico è il fatto che questi dettami difficilmente sono riconosciuti e percepiti come una costruzione sociale: essi, infatti, non vengono formulati come asserzioni normative e regole (che di principio possono sempre venire da un lato messe in discussione, dall’altro contrastate e trasgredite) e non compaiono nei dibattiti politici. Il tempo viene ancora percepito come qualcosa di



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.